giovedì 4 giugno 2015

ROAD MAP

Credevo, illusa!, che con la migrazione da splinder si poteva ritenere chiuso il capitolino "fatiche improbe di una povera blogger inidonea"
e invece, a traccobbetto, il garante decide che a detto capitolino bisogna aggiungere un altro bel paragrafetto.

Porcono e vado avanti.

STEP 1 oggi ho creato la pagina.
STEP 2 sceglierò dei contenuti.
STEP 3 poi mi preoccuperò del banner.

Considerando che nulla ho da offrire se non qualche forchettatina di cazzi miei mi sembra pure troppo.

Ché poi, con buona pace di Nonna Papera, io non sono tipa da biscottini.
Se di forno si deve perire posso sfornarvi una teglia di lasagne.

mercoledì 20 maggio 2015

MEMENTO 50

C'é solo una cosa che ti fotte realmente:
il tradimento di sè.

lunedì 11 maggio 2015

GHADAMES

La perla del deserto!

Non starò a dirvi di come e quando sono tornata lì ché certe volte, attraversare lo spazio e il tempo è un lampo.

Ghadames, la perla del deserto.

Non se ne possono varcare le porte senza essere accompagnati.
Il dittatore supremo ha deciso che non era più il caso di abitarla,
troppo bella per lasciarla vivere.
Meglio deportare tutti i suoi abitanti nella città moderna fondata per l'occasione e farne un bel museo a cielo aperto...patrimonio dell'unesco, per carità.

Gadhames, la perla del deserto.
Un dedalo di stradine in terra battuta che serpeggia tra un continuum di case talmente bianche da ferirti gli occhi, c'è di che perdersi ad ogni passo.
Sembra che non ci sia senso alcuno in quell'andare se non il deliberato desiderio di disorientare ogni sguardo estraneo,
 e invece ti muovi seguendo la brezza fresca, l'umidità dell'aria.
E quando non te lo aspetti più si apre una piazza e nei tuoi occhi entra il cielo.


E poi ancora dedali e poi ancora una piazza e tutto intorno scranni dove gli uomini, in rigoroso ordine gerarchico, si sedevano per godere del fresco, per chiacchierare, per intrecciare i fili del loro mondo di uomini visto dagli uomini.

Devi entrare in casa per una porticina stretta e bassa, 
devi andare oltre l'alcova, 
devi salire una scaletta ripida e stretta, e poi ancora un'altra che gira oltre il corridoio
per poter accedere alla città delle donne.
E Gadhames, la perla del deserto, adesso si, è lì ai tuoi piedi.


La città delle donne si svela sotto lo sguardo blu del cielo.
La strada si fa di passo in passo, di ballatoio in ballatoio, di terrazza in terrazza, tra ponticelli, scalette, passaggi arditi.
E senti ancora l'eco  delle vite e delle storie che passano di mano in mano, di bocca in bocca.

E quando per sbaglio o per curiosità ti capita di guardar giù
quello che vedi è un uomo solo, seduto e inerme, che rimane a guardare quel che non c'è più.








giovedì 23 aprile 2015

DI PONTI, DI CANOE, FARFALLE E CAVALLI

di sangue e pelle e di mille altre cose, visibili e invisibili, tutte drammaticamente possibili.

"Le parole stabili hanno la debolezza della loro stabilità.
Per ogni affermazione chiara è pronto un equivoco.

Certe parole illuminano come lampi sull'acqua. Quando vengono scritte cambiano pericolosamente natura. La scrittura sbroglia la matassa che diventa più lineare e meno veritiera.
L'esperienza, invece, è contiguità di azioni, di prospettive simultanee. Quando si agisce, si è contemporaneamente presenti a diversi livelli di organizzazione.
[...]
Le loro parole volevano essere ponti fra la pratica e la teoria, fra l'esperienza e la memoria, fra gli attori e gli spettatori, fra se stessi e gli eredi. Ma non erano ponti, erano canoe.

Le canoe lottano leggere con la corrente, attraversano il fiume, possono approdare all'altra sponda, ma non si può mai essere sicuri di come il loro carico verrà accolto ed utilizzato.
[...]
Le canoe navigano le correnti dei malintesi. Vorrebbero essere pagine stabili di libro e sono invece lettere che non sappiamo se e quando giungeranno a destinazione, né come verranno intese se verranno lette, e da chi, "

[E. Barba]

lunedì 13 aprile 2015

DAY BY DAY

Ci sono giorni lievi come bolle di sapone e giorni pesi come basalti;
ci sono giorni di miele e giorni di fiele;
giorni turgidi di speranza e giorni secchi di carestia;
ci sono giorni e giorni e poi ancora giorni,
tutti uguali, tutti diversi,
di mai come quel giorno e di mai più come quell'altro.

e poi ci sono giorni in cui la miglior cosa è lavare la piastrelle del cesso.

mercoledì 1 aprile 2015

PENELOPE ALLA GUERRA

FARE è uno stato attivo. E' un'affermazione positiva. Ho il pieno controllo e procedo verso uno scopo o una speranza o un desiderio. Non c'è paura. nei termini di una relazione, va tutto bene, tutto è tranquillo. Sono una buona madre. Sono generosa e premurosa -sono colei che dà, colei che provvede. E' il "Ti amo", qualunque cosa accada.

DISFARE è sfasciare. Il tormento che le cose non siano a posto e l'angoscia di non sapere che fare. Nel tentativo di trovare una risposta, può aversi una distruzione totale, oppure una terribile violenza, digradante in depressione. Si resta immobili di fronte al montare della paura E' la vista del fondo del pozzo. Nei termini di una relazione con gli altri, ci è rifiuto totale e distruzione. E' il ritorno del rimosso. Getto via le cose, le rompo, i rapporti sono spezzati, Sono la cattiva madre. E' la sparizione dell'oggetto amato. La colpa spinge ad una profonda disperazione e passività. Ci si ritira nella propria tana per elaborare una strategia, riprendersi, riorganizzarsi.

RIFARE significa che è stata trovata una soluzione al problema. Può non essere la risposta definitiva, ma c'è un tentativo di andare avanti. Ci vedi più chiaro. Sei di nuovo attivo. Hai ritrovato fiducia. Nei rapporti con gli altri, riparazione e riconciliazione sono state raggiunte, Le cose sono tornate alla loro normalità. C'è di nuovo speranza e amore

[Louise Bourgeois]



Perché il plasmare, il trovar forma, per me è un viaggio etico e non estetico.


lunedì 16 marzo 2015

8 MARZO + 5

Milano, Interno giorno.Fiera.
"fa' la cosa giusta" 

E riuscire a farla non è cosa da poco perché se non sei l'espositore ma devi esporre su invito...

SUSPENCE
non sanno come farti entrare!
Tu l'invito ce l'hai  e te l'hanno mandato loro da smappo (smappoooo?!?!),
con tanto di email di conferma e paciocco a quadrettini cosìfaiilriconoscimentodigitaleenonstampicheèpeccatomortaleepoicheccazzoseiafalacosagiusta
ma loro, detto invito, non sanno a chi devi mostrarlo. 

IL VIAGGIO DELL'EROE
La Cincia non si scoraggia e doppia col sorriso l'omino disarmato e disarmante posto a guardia dell'ingresso. 
Armata di borsa a tracolla, carica di volantini, brandendo una bacheca piena di maschere decorate guadagna il piano della reception 
(rigorosamente a piedi perché gli ascensori non li hanno messi in funzione)
e lì cominciano le sue personali, ma non solitarie, peripezie: 
dai tornelli alla cassa e ritorno, dalla cassa alla cassa-inviti, dalla cassa-inviti ai tornelli.

LA META
La Cincia arriva, un po' sconvolta ma felice, allo stand dove ad accoglierla ci sono le sue compagne di avventura che prima di lei (grazie, c'avevano il cartellino rosso "espositore") avevano conquistato l'agognata meta. 
Abbracci, sorrisi, baci. La gioia di vedersi e di conoscersi perché si, apparteniamo tutte alla stessa famiglia ma di specie diverse.

QUELLO CHE NON TI ASPETTI
Tra scolaresche, ragazzi bradi, insegnanti allucinate, integraliste vestite in modo improponibile che sgranocchiano estasiate cose che io faccio sinanche fatica a riconoscere come cibo,
come un miraggio chi ti vede passare la Cincia? un'amica.

Non la vedevo da tanto, dall' ultima cena in terrazzo dopo il saggio di teatro.
Bella come sempre, energica, luminosa.

Con l'entusiasmo di chi è uscita la mattina per cercare di reinventarsi la vita, le ho raccontato chi siamo, che cosa facciamo (ma anche un po' che cosa faremmo se ce lo facessero fare), che cosa vorrei fare io (visto com'è finita con quello che facevo prima) e come ci sono arrivata, etc etc etc.

E racconta tu che racconto anch'io mi ha raccontato anche lei.
Anche lei messa in condizione di andarsene, anche lei senza motivazione alcuna relativa al suo lavoro o al modo in cui lo svolgeva, anche lei esposta ai venti da un "superiore" latitante, pusillanime ed inconsistente.
"Esodata anche tu?" perché lei di anni ne ha 15 più di me e non basta essere giovani dentro e belle ed energiche fuori, carta (d'identità) in certi frangenti canta e canta forte!
In cerca di risposte, di dati, giusto per far due conti, si è rivolta a chi di dovere -il sindacato- che le ha così risposto:
"signora si faccia aiutare da suo marito!"

FINALE 
Perché noi vorremmo trovarci nella Milano dell'EXPO 2015, nella Milano della possibilità, nella Milano che si apre al mondo intero in nome di un'Italia che è culla della civiltà.

Ma la verità è che siamo a Frittole 1400 quasi 1500 e non ci resta che piangere! 











sabato 28 febbraio 2015

COME DIREBBE MIA NONNA

FEBBRAIO?!?  Curtu e malicavatu!!!

Ho resistito con tutte le mie forze, ho fatto appello all'empatia, all'amore e lì dove non bastasse anche al senso del dovere, ho schierato tutte le mi difese, ho stivato i viveri, ho affilato le armi.

Non c'è stato niente da fare.

Sono miseramente caduta, ho capitolato sotto gli attacchi ( e non vi dico che attacchi!!!) dell'influenza.
Si è insinuata strisciando, la zoccola, ha eroso piano piano tutte le mie risorse e poi BBBBUUUMMMM
è esplosa in tutta la sua potenza devastatrice.

Ci ho messo una settimana prima di potermi alzare dal letto.
Una settimana prima di poter fare il mio primo pranzo...riso in bianco e uovo alla coque.

Sono esausta.

E comunque, visti gli effetti, più ci penso e più mi sembra realistico...
mi sa che le mie nipoti le addestra l'isis.




mercoledì 21 gennaio 2015

SENTI UN CONSIGLIO #1

tra un involtino primavera ed una nuvola di gamberi

"Cincia, perché non mandi il curriculum per andare a progettare i divanetti dell'IKEA?"

Perché non mi consigli di andare a dar via il culo?  Quello, almeno, ce l'ho!