giovedì 23 aprile 2015

DI PONTI, DI CANOE, FARFALLE E CAVALLI

di sangue e pelle e di mille altre cose, visibili e invisibili, tutte drammaticamente possibili.

"Le parole stabili hanno la debolezza della loro stabilità.
Per ogni affermazione chiara è pronto un equivoco.

Certe parole illuminano come lampi sull'acqua. Quando vengono scritte cambiano pericolosamente natura. La scrittura sbroglia la matassa che diventa più lineare e meno veritiera.
L'esperienza, invece, è contiguità di azioni, di prospettive simultanee. Quando si agisce, si è contemporaneamente presenti a diversi livelli di organizzazione.
[...]
Le loro parole volevano essere ponti fra la pratica e la teoria, fra l'esperienza e la memoria, fra gli attori e gli spettatori, fra se stessi e gli eredi. Ma non erano ponti, erano canoe.

Le canoe lottano leggere con la corrente, attraversano il fiume, possono approdare all'altra sponda, ma non si può mai essere sicuri di come il loro carico verrà accolto ed utilizzato.
[...]
Le canoe navigano le correnti dei malintesi. Vorrebbero essere pagine stabili di libro e sono invece lettere che non sappiamo se e quando giungeranno a destinazione, né come verranno intese se verranno lette, e da chi, "

[E. Barba]

17 commenti:

  1. Però è anche bello che ogni canoa, con il suo carico, viene interpretata in maniera diversa da chi si trova sulla riva del fiume. Poi magari le persone ne parlano e tutto si arricchisce.
    Certo... magari si trovano anche quelli che non capiscono un cazzo ma questi tipi sono ovunque, ahimè.

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    1. nel momento in cui affidi la canoa al fiume il carico non è più veramente tuo:-)

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  2. E' successo qualcosa, tipo incompresioni?

    Moz-

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    1. niente di preciso.
      stavo studiando e mi è parso che quanto scritto da Barba per il teatro si potesse allargare a questo non luogo, alla vita...


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  3. mi sembra criptico

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  4. La meraviglia e l'asprezza della comunicazione.
    Ha un che di magico, da un lato. Dall'altro due parolacce te le fa dire.

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    1. oggi sono piuttosto settata sulla parolaccia :-)

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  5. E poi ci sono canoe e canoe. Le canoe di plastica e le canoe di legno pregiato che sapienti mani hanno costruito.

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  6. però quando arrivano dritte e chiare dopo aver attraversato la corrente impetuosa che emozione

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    1. anche quando ritornano dopo un viaggio con un carico di novità...che emozione!

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  7. Ho sempre preferito le parole scritte a quelle parlate...sono un habitat in cui mi trovo più a mio agio...così come riguardo alle preferenze animali, c'è il partito dei gattari e quello dei cagnari :-) credo che si possano suddividere le persone anche nel partito dei "parola-scrittari" e in quello dei "parola-parlari" :-) nel mio caso, poi, mi pare di poter dire una cosa: quel poco di capacità che mi ritrovo nel saper scrivere, credo sia dovuto in buona parte, per contraltare, ai miei limiti come oratore...un parlatore scarso (come io mi reputo) accumula dentro una riserva di voglia di dire, che nella realtà non può sfogare per le insidie varie annidate, per lui, dentro all'arte oratoria...così, quando si trova di fronte alla pagina, ha dentro una riserva di voglia di esprimersi accumulata e compressa :-) e scrivendo la può liberare, senza gli ostacoli, a volte insormontabili, che si trovava di fronte nel cimento oratorio :-) come sempre, non so se c'entra molto con i bei passi che hai riportato, Cincia :-) ma mi piaceva dirlo...

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    1. oh Gilli...c'era sempre quando parliamo di noi col cuore in mano:-)

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    2. Grazie, Cincia :-)

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  8. Lo studi solo, o la fai anche, teatro? Perché a farlo sbatti contro una realtà di canoe irrequiete che allo spettatore possono anche apparire ferme in rada ;)
    Perché tu vedi la riva. Ma lo spettatore no.

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  9. io col teatro ci lavoro

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