lunedì 6 febbraio 2017

TAMARREIDE NUMMERO "B!"

Perché ogni promessa è un debito.
Avevo promesso che avrei scritto una puntata per ogni concerto, per accompagnare il Maestro nella sua conquista dell'Italia.
Peccato che le date fossero un po' ravvicinate,
"peccato" che io in quel periodo stessi lavorando  (sempre a sprazzi, ma più si che no, diciamo così)
peccato che non c'è niente come fissar scadenze per minare il campo dove fioriscono i miei buoni propositi.
Ciò detto saldo il debito con un pagamento a quasi 60gg il che fa di me una splendida pagatrice. (Ditelo ad Equitalia, mi raccomando. Dovessi mai aver problemi un giorno, non si sa mai!)
E lo saldo accompagnando il Maestro nella sua conquista dell'EUROPA!

Ebbene si: LONDRA è caduta e ne ho le prove

Allora, ho perso il segno, dov'ero rimasta? ah, ci sono!Tortora/Praia a Mare anni '80/'90

Ho visto i miei vicini avvicinarsi da lontano, li ho accolti al grido di "Papà papà guarda: la processione". Niente madonne da far salpare al tramonto, tra inni di giubilo, su barche multicolori ricolme di fiori; solo una lunga colonna di auto che apriva la strada all'ammiraglia, quella che portava sul tetto il pezzo più sacro: a poltrona r'a nonna!

Terrore negli occhi di mio padre, panico e paura negli occhi di mia madre e mia zia, tentativo scomposto di fuga dei miei prozii (perché, a conti fatti, manco noi scherzavamo in quanto a vacanze in compagnia).
Io li ho amati, subito! E sono stata ricambiata! A loro devo molto, sono loro che mi hanno insegnato che un altro modo (e dico modo) è possibile, anche se, con un po' di moderazione è meglio.

Veniamo al sodo, il tema del giorno è: IL CIBO
Il tamarro non mangia, il tamarro si abboffa con grande soddisfazione, a qualsiasi ora del giorno e della nottte.
Non che noi fossimo a dieta, è che per i miei il contegno è valore.
Ai giovani tamarri, in spiaggia, gliel'accattavano la "fella di cocco"
A NOI NO!"ma chissà con che acqua la sciacquano"
Ai giovani tamarri, la domenica pomeriggio,in spiaggia, a merendina (dopo tutta la merce che si erano sfrattati a pranzo), la nonna gliele accattava le "graffe"
A NOI NO!" ma chissà con che olio scadente, uso e riuso, sono state fritte"

Durante le cene con gli amici del mare A NOI BAMBINI (mmmmm e non vi dico quanto odiavo 'sta cosa dei bambini!) prima ci davano le pizze fritte, poi gli spaghetti con le vongole e solo dopo, infami, uscivano l'impepata di cozze "tanto i bambini hanno già mangiato!"
Ribadisco: infami!
Se non fosse che a me le cozze mi sono sempre piaciute assai...
nel mio piatto ne arrivavano 3 ( e dico tre) "perché ai bambini le cozze fanno male!!!!"
contrattando potevo arrivare fino a 5.
Si, le cozze a casa mia vanno dispari...come le rose.

Se non fosse che, una sera, mi bastò girare l'angolo della casa per affacciarmi sul dehors dove servivano la cena i miei amati e scoprire, con mia grande meraviglia, che loro le cozze " e ccacciavanu cu 'a conca*"

Ho stampata nella mente l'immagine, ni-ti-da, di me in punta di piedi, con gli occhi sgranati, la mascella pendula, e le manine attaccate alla rezza**
Alla mia vista, i vicini, devono essersi molto preoccupati tant'è che il signore tamarro mi ha guardata, è venuto verso di me, e subito mi ha chiesto
"ma hai mangiato???"
"si", ho detto io "ma mamma le cozze così non me le dà"
"e come te le dà?????" ha detto lui
"mamma me ne dà 3" ho risposto io
"3????????"  credo di averlo sconvolto. Non credo che fino a quel momento avesse mai valutato nemmeno lontanamente la possibilità di contare le cozze.
"ma vieni a mangiare con noi" ché non si dica che il signore tamarro peccasse in generosità
"no,grazie, non posso" ho detto io
"ti vengo a prendere io?" ha detto lui
"no, grazie, mamma non vuole" ho detto io
"ti mando a mia figlia?" ha detto lui, incalzate
"no, grazie, mamma non mi manda" ho detto io
"ti mando a piglia' r'a  nonna?" ha detto lui, sempre più incalzante
"no, è che poi mamma quando torno si arrabbia di più" ho detto io

"E allor' aspiett"
E fu così che il signore mi proscette*** le cozze da sotto la rezza**
Prontamente sradicata per l'occasione, ça va sans dire.

Sempre grata!
Perché da quel giorno so che che un altro modo (e ridico modo) è possibile, anche se, con un po' di moderazione, forse, è meglio.


*dicesi conca il catino -di svariate misure ma comunque più è grande e più fa conca- blu con i doppi manici
**dicesi rezza la rete metallica o in pplastica utilizzata generalmente per delimitare una proprietà
***dal verbo proscere, porgere (e dai che è facile, si capisce su!)

11 commenti:

  1. Ho appena scoperto che eravamo tamarri perché i miei si deliziavano a vedere l'essere bonsai che ero "ingolfarsi" di cozze e più ne mangiavo e più se la ridevano

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    1. C'è una scintilla tamarra quiescente in ognuno di noi...basta solo riconoscerla e risvegliarla :-D

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  2. Oddio che bel ricordo!
    Ovvio, i bambini durante i pranzi al mare o campagna, hanno sempre un menu a parte.
    Questa cosa l'hanno inventata al sud e poi McDonald l'ha copiata facendo l'Happy Meal.
    3 cozze è una barbarie, io mi mangio tutta la conca.

    Moz-

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  3. che storia stupenda oltrechè commovente e un pò buonista

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    1. Non so bene come sia successo ma è diventato importante, ad un certo punto, rivedere certi ricordi.
      Non i ricordi in sé, quanto il mio guardo su quei ricordi.
      Per vedere se cambiavano le ombre proiettate da quei ricordi sul mio presente.
      E si, cambia :-)

      Grazie gattaccio!

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  4. Appena ti ho conosciuta, già ti perdo :(... perché ebbene sì, io non mangio le cozze, me misera, me tapina :( :(

    Sono stata questa estate a Tortora, bel posto, bel mare... e bei ricordi, raccontati con quella giusta dose di ironia che il sorriso ti si allarga già dala prima riga :)

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  5. E va bé, troveremo qualcosa da mangiare insieme, sono sicura!

    Io sono tornata l'anno scorso, per pasquetta, una gita lampo ma sempre bella.
    Ed ho ripensato con un sorriso a quella bimba che ero...e che sono ancora, mi sa!

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Ricordo..., e col mio ricordo non voglio sovrappormi al tuo ma affiancarmi, e potendo amplificarlo; insomma, ricordo le mie vacanze di bambina lombarda, il primo anno in cui vidi il mare. Era Jesolo, un mare che pare un brodetto di granchi ma, per chi non l'ha mai visto, è magico lo stesso. Era Jesolo e la famiglia aveva affittato un appartamento. C'eravamo io, mio fratello e mamma, poi zia Giuseppina e i cuginetti Eli e Luca, e poi c'era nonno che la mattina presto usciva per le sue passeggiate solitarie mentre le mamme s'impazzivano appresso ai bambini. E nonno un giorno tornò con un sacchetto di cozze raccolte sugli scogli. Piacquero. Il giorno dopo i sacchetti furono due, poi due belli pieni. Insomma: tutti i giorni cozze! Era un bel risparmio, dicevano le mamme. Io invece imparavo quanto fossero buone le cozze.
    L'anno dopo stesso appartamento e stesso mare. Anche la combriccola era la stessa e nonno riprese le sue passeggiate mattutine, ma quell'anno pioveva sempre. E quell'anno mangiammo tante ma tante lumache.

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    1. Ciao Dealma, i ricordi dei bambini sono sempre i benvenuti.
      Cozze tutti i giorni...il paradiso terrestre.
      Terrestre o marino?
      Comunque sempre paradiso è!

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