domenica 18 ottobre 2020

IO AMO QUEST'UOMO #4

                                                                [Pane o libertà]
 
L'ho fatto, sono tornata, sono tornata a teatro.

Che mancassi da Marzo l'ho realizzato solo quando mi sono seduta sulla mia bella poltroncina rossa, ho guardato giù, ho guardato intorno, ho guardato la scena spalancata; finanche i contatori, quelli in fondo sulla destra, erano lì a favore di pubblico. 

Una delle ultime volte che ero stata al Piccolo avevo visto SlavaSnow. La meraviglia. Era Natale, c'erano bambini grandi e piccoli in ogni dove, musica, coriandoli e neve ed enormi palle colorate che rimbalzavano dalla platea alla galleria e ritorno, sospinte da mani protese...non igienizzate!

Questa volta invece la meraviglia è entrata da una porticina laterale, così piccola che prima manco l'avevo vista, lì in fondo sulla sinistra.  Mi sono alzata in piedi (solo perché me lo ha chiesto lui) ed ho avuto un momento di vertigine ma non l'ho capito subito perché tra capo e collo, prepotente, mi ha incastrata il disagio.

Quanto amore, quanta bellezza, quanta bravura e quanto quanto mestiere per uno spettacolo delicatissimo, quasi funambolico. Un passo più in qua o più in là e cadi di sotto, e lo sai, ma scegli. Ogni passo, ogni parola, ogni gesto, ogni nota.

Ed è stata ancora vertigine. Ma questa l'ho capita!

Grazie. 


8 commenti:

  1. Sensazioni sicuramente meravigliose, pur in un teatro ormai dimezzato di calore.

    Moz-

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    1. Cacchio! Proprio come pubblico senti che ti manca corpo. E lui è bravo, e te lo fa ricontattare...sempre viva quelli bravi, coraggiosi e generosi!

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  2. brava che sei andata !

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    1. mi sono sentita addosso tutti quei mesi di assenza...
      però è stato meraviglioso tornare a teatro!

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  3. in un'altra vita si facevano addirittura gli abbonamenti annuali

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    1. Anche in questa, dai.
      È che io non sono da abbonamento, vedo una cosa qua, una cosa là. Era bello quando c'era l'abbonamento su tutti i teatri, adesso mi sa che vale solo per i residenti fuori Milano

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  4. Il teatro mi manca, sia come spettatore che come attore (seppur amatoriale), il fascino del contatto diretto con chi recita, il calore che proviene dal palco, la realtà tangibile. La differenza pazzesca che c'è col cinema, pannello inanimato che trasmette emozioni riciclate (anche se lo adoro..).
    Non vedo l'ora di riassistere ad uno spettacolo.. anche se i timori sono tanti, e riaffiorano giorno per giorno...

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    1. Amo molto il cinema anch'io ma per quanto lo schermo mi sovrasti tendo a distrarmi😅
      A teatro no, il teatro è calamita.

      Non per scimmiottare la Shamma ma il teatro è davvero un luogo sicuro.
      Nella mia fila eravamo in due! Altri due alla fila dietro. Tutti mascherati. E, cosa rara altrove, tutti zitti zitti.
      Mai come adesso bisogna andarci, perché basta che ne manca uno e la fila è vuota.
      E tanti, tanti! artisti non se lo meritano.

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