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martedì 4 luglio 2023

LA CASA DEGLI SPECCHI

 o di tutte le giostre su cui sali per gioco e finisci in frantumi.

[Museo storico della giostra]

C'è stato un tempo in cui chi era buono era buono e chi era cattivo era cattivo.

Famiglia di mamma- buoni!
Famiglia di papà-cattivi.

Mio fratello-buono!
Mia sorella-cattiva.

In bibilioteca-buoni!
In sala giochi-cattivi.

Tossici-cattivi! 
E tutti gli altri-buoni. E senza mai sognarsi di dire neanche grazie per questa bella lavata di faccia e di coscienza.

Poi a un certo punto, non saprei dire quando, è successo che quella che credevo  famiglia e casa si è rivelata una giostra e, come le giostre fanno, ha cominciato a girare. Sembrava finanche divertente.
C'erano pur sempre dei punti fermi, dei baluardi di bontà, su cui fissare lo sguardo per non perdere l'orientamento.

E poi basta. I baluardi sono caduti, alcuni se li è portati via il tempo altri la malattia.
Le pareti della giostra si sono rivelati specchi ed hanno cominciato a muoversi sempre più in fretta, senza darti mai il tempo di capire se quel volto distorto dalla rabbia e dal dolore fosse il tuo o quello di tua sorella, di tua madre, di tuo padre o dei tuoi figli.

Ad ogni attacco un'esplosione di schegge. Altro dolore. Senza riuscire a capire se fa più male a te o alla persona che volevi ferire. E allora, nel dubbio, attaccare più forte e più da vicino.

E non c'è niente, niente! che mi ferisca di più della cattiveria dei buoni,
di quelli che non trovano più il tempo, la voglia, la forza o la necessità di rimbiancare il sepolcro,
di quelli che tessono la tela e a un certo punto, ti invitano pure e davanti a una pizza, parlando del più e del meno ma senza lasciarsi scappare l'occasione, tirano su sprezzanti il mento e sparano

"Comunque, nonostante tutto, noi ci siamo tutte realizzate, abbiamo una vita felice...
e jedda, invece, stai cu'e cani!"

Perché la nostra essenza si riveli servono in fondo poche cose, un paio: la stanchezza ed il dolore.


sabato 10 giugno 2023

IO NON MI MERITO

 "Il bene, come l'amore, non va per meriti"

Lo dico spesso ma solo a chi voglio bene.

E forse dico una gran cazzata.

domenica 14 febbraio 2021

MEMENTO 64

 NON ESISTONO PIU' LE NEVICATE DI UNA VOLTA

Quelle che "a scuola gira il morbillo/la rosolia/la varicella/la pertosse/la quinta la sesta e pure la settimapiu'chediminuita malattia. Ma tanto crai *, si ddiu voli, nevica e disinfetta tutto"


*domani, per i diversamente nordici

**e visto che oggi è già domani, dopodomani si dice piscrai

***e visto che chi ha tempo non aspetti tempo dopo-dopodomani si dice piscrilli

martedì 8 ottobre 2019

DI VOGLIE E DI ERBE

Voglio voglio voglio...
Rivoglio l'idea che avevo di te.

domenica 16 giugno 2019

MEMENTO 61

Con l'età, si sa, ti si allarga un po' il culo ma vuoi mettere la consapevolezza?
Sai chi sei!

martedì 21 maggio 2019

CONFITEOR #4

Al suo primo ricevimento scuola-famiglia, Cinciapiccola era talmente convinta di trovare il buffet e pure la musica che aveva preteso di andarci con le scarpette da ballo, quelle di pelle lucida col fiocchetto.

sabato 29 dicembre 2018

È PASSATO NATALE

Ci ho messo un po', un bel po', ma alla fine ce l'ho fatta.
Rubo il post a digitoergosum e rispondo punto punto.
IIstruzioni per l'uso: se avete addosso i vestiti delle feste maneggiate con cura questo post perché il nostro Natale è unto e questo post è intriso di Natalità.

giochi
Tombola poco o niente.
Piattino e sett'e mmezzo moooolto meglio, fa più biscazzieri e i biscazzieri, si sa, sono unti.


fumetti
Fumetti al mare, a Natale libri.
I libri letti a Natale li riconosco dalle impronte di zeppole sulle pagine.
(Oooops SPOILER, ho detto zeppola!)

film
Natale in casa Cupiello.
Sempre.Ogni anno. Da sempre e per sempre.

televisione
Si usa solo per guardare tutte le altre commedie di Eduardo.
Ad oltranza. Senza tregua.

canzone
Dopo baffone e socio che scendevano giù dalla montagna per la novena di Natale niente e nessuno è riuscito a prendere il loro posto.
O zampognari veri, ma veri, pelli e tutto, o niente!


cibo
Ehhhh
Sedetevi. Comodi.

Tradizione vuole che a tavola, per il cenone di natale, ci siano 13 cose.
Mio nonno, che di Natali passati non troppo bene ne ha avuti un po', metteva nella lista pure il sale e l'olio che stavano sulla tavola.
Quando sia successo non si sa, fatto sta che ad un certo punto sul nostro umile desco sono comparse 13 portate.
È tradizione, oh!
Quest'anno mia madre, stufa del solito primo a base di pesce, ha osato con i tortellini in brodo.
E mica se li è fatti portare da Bologna, già che mia sorella scende... no, li ha fatti a mano.
Così mi è toccato friggere quei 4kg di peperoni e quei 40 pezzi di baccalà.
Perché non è Natale senza peperoni e baccalà.
E nemmeno senza zeppole, però quelle se le frigge zia!

luoghi
il mio paesello, la mattina di natale.
Mia mamma in cucina a preparare il pranzo di Natale (si, poi pranziamo pure); noi in pigiama tra il terzo e il quinto piano per recuperare tutti i regali di Babbo Natale che da noi consegna a casa del committente.
E le liti, e le minacce "babbo natale è ancora in zona, se vi sente torna indietro e si ripiglia tutto"

libri
per me i libri sono tutto. mi impongo di leggerne almeno uno a settimana, ma poi non sempre ce la faccio.
Anche perché ultimamente sto scegliendo di quei polpettoni...
Ad esempio, non mi ero mai rifiutata di leggere un libro a Natale, ma "le benevole" l'ho lasciato a milano, ricomincio quando torno.
Le benevole libro del non natale.
Libri di natale l'ho scoperto da grande ma va bene lo stesso, non è mai troppo tardi,
"il vangelo secondo Bif"

videogame
Zero.Negata. Inidonea.

life
Non sono una che rimane incantata dalla magia del Natale. Mi piace l'idea che, per un giorno all'anno, siamo di nuovo tutti a casa (non nego che qualche volta me la sono scappottata allegramente ed altre meno allegramente: ci sono momenti in cui c'è bisogno o voglia di fare altro o di essere altrove e sticazzi se è Natale)
Mi piace la routine del cenone, questa è la verità: cucinare, montare i tavoli, contare le sedie...e i conti non tornano mai!

foto di un natale passato
No, le foto no. È il mio regalo di Natale per voi.

Chi vuole, se vuole, come vuole, può raccontare il suo Natale passato ma anche no.

Oh!

martedì 27 novembre 2018

SANTA CLAUS IS COMING TO TOWN

E bisogna organizzarsi per tempo,
bisogna scrivere la letterina...la prima oh,
non scherziamo!

Vorresti dei giochi?
-No, cilò!
Vorresti dei vestitini nuovi?
-No, cilò!
Vorresti dei libri?
-No, cilò!

E vabbe', c'è tempo, tu pensa ad una cosa che ti piace tanto tanto e che vorresti
-...
 ...
 ...
POLPETTE!-

Siamo fatte così in famiglia, siamo ragazze semplici, badiamo alla sostanza.
Buon sangue non mente, e nemmeno cuore di zia.

lunedì 1 ottobre 2018

POTREI MA NON VOGLIO

POTREI dirti subito che il monte ore disponibile per il nuovo anno accademico non è proprio quello dell'anno scorso;
POTREI dirtelo a settembre, in occasione del consiglio docenti, anche se "gli iscritti son talmente tanti che non so come organizzare le ore di matematica";
POTREI dirtelo all'inizio della scuola, quando ti presento un orario provvisorio con la metà delle ore dell'anno precedente;
POTREI dirtelo il giorno dopo a tavola, invece di dirti che è tutto provvisorio, che ti aggiungerò delle ore e ti chiederò qualche pomeriggio per i recuperi;
POTREI dirtelo due giorni dopo quando ti invio un orario definitivo ancora più ridotto;
POTREI dirtelo quando a fronte di una richiesta chiara "ma i pomeriggi ti servono ancora? perché altrimenti io devo cercare di riempirli in altro modo" ti rispondo "facciamo andare a regime l'orario e poi ti dico quanti, ma credo un paio"


Diciamo che avrei potuto dirtelo anche a giugno "Senti Cincia, hai rotto il cazzo!, qua per te non ce n'è"
Diciamo che a giugno, contestualmente, avrei potuto dirti anche che non avevo la possibilità di pagarti l'ultima mensilità fuori contratto e che te l'avrei liquidata appena possibile (a settembre!)

PS: Non è che mi sono rincoglionita, sono proprio cogliona.
Lo so che avrei DOVUTO sottolineare a giugno il mancato pagamento, è che ho pensato "se non mi paga è perché non può. Poiché  è sicuro che mi pagherà, perché mettere una persona nelle condizioni di dover ammettere e spiegare una difficoltà? Posso aspettare fino a settembre"

Sul perché sia lecito, al contrario, mettermi in una situazione di difficoltà senza neanche darmi la possibilità di pararmi il culo altrove, non ho ancora trovato valide risposte (escludendo la coglionaggine sconfinata di cui sopra!).
Si accettano suggerimenti.
Senza fretta...facciamo prima andare a regime il post!

mercoledì 6 giugno 2018

DA GRANDE FARO'...

Il ministro dell'economia!

C'era una volta una piccola Cincia, o una Cincia piccola, che passava i suoi giorni, o gran parte dei suoi giorni, a casa di zia, o meglio sarebbe dire prozia.

Coccolata, viziata, accudita, strapazzata, spupazzata, passata di abbraccio in abbraccio per tutte le case del vicinato, ogni pomeriggio chiedeva il gelato.

La Cincia chiedeva e la zia rispondeva.
La risposta era sempre si ma ogni volta si doveva passare dal "Non si chiede. Non si chiedono i soldi. Io sono povera i soldi non ce li ho"

Un bel giorno zia e nonna sedute vicino al fuoco, la Cincia in giro per la stanza, cinquemila lire lasciate sul tavolo.
Un solo principio, un solo criterio: la congruenza!
La Cincia prende le cinquemila lire dal tavolo e serenamente le butta nel fuoco.

La zia ha chiesto " perché?" e la Cincia ha risposto:
"Ma voi siete povere, soldi non ne potete avere"


giovedì 19 aprile 2018

MEMENTO 57

Amica cara, fatti li cazzi tua.

Se rilevi un problema, se dichiari il problema, la causa del problema sei tu.
Punto.

Finché non lo nomini il problema non esiste.
Impara, cogliona!
E taci cazzo, taci.

martedì 13 marzo 2018

ITALIANIIIII

La trasmissione radiofonica di oggi per dare voce all'associazione "mamme dei cervelli in fuga"

La prima cosa che ho pensato?
"Noooooooo"
La seconda?
"Ma che davero?"
La terza?
"Da quanti anni è morto Massimo Troisi?"

Per carità, non voglio fare i conti in tasca a nessuno. Non voglio contare né i soldi spesi in viaggi -di andata/andata e ritorno/andata e ritorno ché ti veniamo a trovare noi per Pasqua- né quelli spesi in clinex per asciugare le lacrime; non voglio contare i soldi spesi per mandare I PACCHI, tanto meno quelli spesi per sperimentare "le ricette in fuga".

Sarà che le strade che portano a me seguono percorsi tortuosi.
Il mio bisnonno è nato in Brasile. 
Non vi entusiasmate, niente geni esotici per la Cincia: il mio bis-bisnonno doveva partire e col cavolo che la mia bis-bisnonna lo lasciava partire da solo. Non si dovevano dire belle cose delle brasiliane neanche nella lucania di fine '800.
Dopo essere tornato in patria con tutta la famiglia, non pago e non domo -ma soprattutto non pago, evidentemente!- il mio bisnonno è ripartito per il Venezuela prima, per Panama poi. 
Commerciante di riso tra Panama e Santiago  Non credo per amor del riso anche se, pare ci sia stata un'amante cinese...
La fonte di queste informali informazioni? Un amico di famiglia, un secondo padre di una seconda famiglia, quella che mi sono scelta a completare la mia, anche lui emigrato a Panama con i due fratelli: venditori d'oro porta a porta. Bizzarra occupazione, non trovate?

Anche il mio prozio è emigrato a Panama, perché il padre lo ha preteso prima, perché quando ha provato a rientrare non è riuscito a restare poi. La mia bisnonna ha venduto la casa della bis-bisnonna e gli ha pagato il secondo biglietto per l'America.
Non vi entusiasmate, niente eredità da sogno per la Cincia: il mio prozio è tornato in Italia ormai vecchio ed alcoolizzato quando io ero poco più di una bambina. La prima cosa che ha fatto? Comprare un profumo per quella che era stata la sua fidanzata e che, come lui, non si era mai sposata.

La sorella della mia bisnonna è partita per l'Argentina, ma non credo sia mai tornata. Anzi no, è tornata una sola volta e dicono si sia portata da BuenosAires anche i piatti e le padelle per paura di non trovarne e non poter mangiare.

Il fratello di mio nonno è partito per l'America nonostante il padre, anche lui mio bis-bisnonno, fosse profondamente contrario.Tanto contrario che il suo saluto fu "da oggi non ho più un figlio". Tanto contrario che, ormai quasi in punto di morte, a mio nonno che gli diceva "papà guarda che tu hai un altro figlio" lui rispondeva truce "io di figli ne ho solo due". Di lui sono certa: non è più tornato.

Il mio papà, prima ancora di venire a lavorare e conoscere mia madre e poi sposarla e farci dei figli, è venuto al paesello per frequentare le scuole medie: anni 11, in convitto, senza possibilità di tornare a casa nel fine settimana (se non avete idea di che cosa sia oggi muoversi con i mezzi pubblici in basilicata non provate neanche ad immaginare come potesse essere farlo negli anni '50, lo dico per voi!).
Siccome era bravo, molto bravo, siccome il direttore del convitto si era raccomandato di non riportarlo in campagna a lavorare ma di farlo studiare, mia nonna gli ha cucito un materasso di lana, gli ha cotto un pane da tre chili e una valanga di uova sode, gli ha caricato il tutto sulle spalle ed ha caricato lui e il tutto su un autobus: anni 14, a pensione, senza possibilità di tornare a casa nel fine settimana (se non avete idea di che cosa sia oggi muoversi con i mezzi pubblici dalla basilicata alla campania non provate neanche ad immaginare come potesse essere farlo negli anni '50-'60, lo dico per voi!)

Io ho imboccato quasi la stessa strada ma al contrario, la stessa fondovalle degli anni '50 ma ampliata e ben asfaltata. Per fare il liceo che volevo senza dover prendere l'autobus tutte le mattine alle 6 (cosa che poi mia sorella ha fatto e con lei gli altri, chiedete a mia madre perché non io) mi hanno trasferita: anni 13, a casa della zia, mio padre veniva a prendermi tutti i sabati e poi mi riportava tutte le domeniche sera o i lunedì mattina. Suona bene, eh?
Siccome l'unica cosa che ho sempre voluto è stata andarmene  (anche adesso, già), sebbene all'inizio non l'avessi presa benissimo questa sorta di esilio, ho imparato ad apprezzare questa prova tecnica di allontanamento.
Ed ho imparato bene ad allontanarmi, a sognarmi e proiettarmi altrove.

Nell'altrove in cui sono adesso succede che l'Università Bicocca di Milano organizzi, con cadenza annuale, appuntamenti rivolti ai genitori per riflettere insieme su come accompagnare le scelte di studio dei propri figli.



martedì 28 febbraio 2017

SCUSI, SCENDE ALLA PROSSIMA?

Amo la gente, non tutta tutta, ma in generale la gente mi interessa, mi incuriosisce.
Diciamo così, a meno che tu non me ne dia motivo, cara la mia gente, io non ti odio.

E così è stato che, entrando in metro, ho aguzzato l'orecchio, ho ruotato l'occhio a sinistra e l'ho visto:
Coppoletta scura, baffi, armonica a bocca, scatolettina di monete ad accompagnare il ritmo della melodia, gilet nero, pantaloni scuri di fustagno.

D'istinto me ne sono allontanata, come se una vocina sottile mi avesse sussurrato "vai, bella"
Ho messo due vagoni tra me e lui.
E invece no.
Mentre guardavo le scarpe psichedeliche di una ragazzina, alle mie spalle, una voce baritonale
"Signorina, mi scusi"
"Si"
Baffi
"Qual è la fermata per la felicità"
Touchée! AH!
"Eh, bella domanda, non lo so. Ma mi sa che nessuno lo sa. Mi sa che tocca provarle tutte"
Neri, i suoi occhi sono neri.
"Sagace! (ha detto sa-ga-ce)
di solito la gente guarda il tabellone per cercare la fermata, la gente non ascolta!"
Lui lo chiede, perché alla felicità non ci crede più ma, magari, qualcuno lo sa dove si trova.
"Vede signorina, ho visto la felicità per un attimo, l'ho seguita, e quando ho allungato la mano per prenderla non c'era più. Davanti a me si è aperto un baratro (ha detto ba-ra-tro) nero e ci sono caduto dentro. E non ne uscirò mai più"

Non ho trovato parole che non suonassero stupide.
Alcune sono riuscita a tacerle, a onor di decenza.
Solo tanti auguri, di cuore, che almeno torni la speranza.

"Piacere sono Daniel"
"Piacere mio, sono la Cincia"

lunedì 6 febbraio 2017

TAMARREIDE NUMMERO "B!"

Perché ogni promessa è un debito.
Avevo promesso che avrei scritto una puntata per ogni concerto, per accompagnare il Maestro nella sua conquista dell'Italia.
Peccato che le date fossero un po' ravvicinate,
"peccato" che io in quel periodo stessi lavorando  (sempre a sprazzi, ma più si che no, diciamo così)
peccato che non c'è niente come fissar scadenze per minare il campo dove fioriscono i miei buoni propositi.
Ciò detto saldo il debito con un pagamento a quasi 60gg il che fa di me una splendida pagatrice. (Ditelo ad Equitalia, mi raccomando. Dovessi mai aver problemi un giorno, non si sa mai!)
E lo saldo accompagnando il Maestro nella sua conquista dell'EUROPA!

Ebbene si: LONDRA è caduta e ne ho le prove

Allora, ho perso il segno, dov'ero rimasta? ah, ci sono!Tortora/Praia a Mare anni '80/'90

Ho visto i miei vicini avvicinarsi da lontano, li ho accolti al grido di "Papà papà guarda: la processione". Niente madonne da far salpare al tramonto, tra inni di giubilo, su barche multicolori ricolme di fiori; solo una lunga colonna di auto che apriva la strada all'ammiraglia, quella che portava sul tetto il pezzo più sacro: a poltrona r'a nonna!

Terrore negli occhi di mio padre, panico e paura negli occhi di mia madre e mia zia, tentativo scomposto di fuga dei miei prozii (perché, a conti fatti, manco noi scherzavamo in quanto a vacanze in compagnia).
Io li ho amati, subito! E sono stata ricambiata! A loro devo molto, sono loro che mi hanno insegnato che un altro modo (e dico modo) è possibile, anche se, con un po' di moderazione è meglio.

Veniamo al sodo, il tema del giorno è: IL CIBO
Il tamarro non mangia, il tamarro si abboffa con grande soddisfazione, a qualsiasi ora del giorno e della nottte.
Non che noi fossimo a dieta, è che per i miei il contegno è valore.
Ai giovani tamarri, in spiaggia, gliel'accattavano la "fella di cocco"
A NOI NO!"ma chissà con che acqua la sciacquano"
Ai giovani tamarri, la domenica pomeriggio,in spiaggia, a merendina (dopo tutta la merce che si erano sfrattati a pranzo), la nonna gliele accattava le "graffe"
A NOI NO!" ma chissà con che olio scadente, uso e riuso, sono state fritte"

Durante le cene con gli amici del mare A NOI BAMBINI (mmmmm e non vi dico quanto odiavo 'sta cosa dei bambini!) prima ci davano le pizze fritte, poi gli spaghetti con le vongole e solo dopo, infami, uscivano l'impepata di cozze "tanto i bambini hanno già mangiato!"
Ribadisco: infami!
Se non fosse che a me le cozze mi sono sempre piaciute assai...
nel mio piatto ne arrivavano 3 ( e dico tre) "perché ai bambini le cozze fanno male!!!!"
contrattando potevo arrivare fino a 5.
Si, le cozze a casa mia vanno dispari...come le rose.

Se non fosse che, una sera, mi bastò girare l'angolo della casa per affacciarmi sul dehors dove servivano la cena i miei amati e scoprire, con mia grande meraviglia, che loro le cozze " e ccacciavanu cu 'a conca*"

Ho stampata nella mente l'immagine, ni-ti-da, di me in punta di piedi, con gli occhi sgranati, la mascella pendula, e le manine attaccate alla rezza**
Alla mia vista, i vicini, devono essersi molto preoccupati tant'è che il signore tamarro mi ha guardata, è venuto verso di me, e subito mi ha chiesto
"ma hai mangiato???"
"si", ho detto io "ma mamma le cozze così non me le dà"
"e come te le dà?????" ha detto lui
"mamma me ne dà 3" ho risposto io
"3????????"  credo di averlo sconvolto. Non credo che fino a quel momento avesse mai valutato nemmeno lontanamente la possibilità di contare le cozze.
"ma vieni a mangiare con noi" ché non si dica che il signore tamarro peccasse in generosità
"no,grazie, non posso" ho detto io
"ti vengo a prendere io?" ha detto lui
"no, grazie, mamma non vuole" ho detto io
"ti mando a mia figlia?" ha detto lui, incalzate
"no, grazie, mamma non mi manda" ho detto io
"ti mando a piglia' r'a  nonna?" ha detto lui, sempre più incalzante
"no, è che poi mamma quando torno si arrabbia di più" ho detto io

"E allor' aspiett"
E fu così che il signore mi proscette*** le cozze da sotto la rezza**
Prontamente sradicata per l'occasione, ça va sans dire.

Sempre grata!
Perché da quel giorno so che che un altro modo (e ridico modo) è possibile, anche se, con un po' di moderazione, forse, è meglio.


*dicesi conca il catino -di svariate misure ma comunque più è grande e più fa conca- blu con i doppi manici
**dicesi rezza la rete metallica o in pplastica utilizzata generalmente per delimitare una proprietà
***dal verbo proscere, porgere (e dai che è facile, si capisce su!)

mercoledì 1 febbraio 2017

NOI SIAMO PICCOLI MA CRESCEREMO

E allora virgola, ce la faremo!

A questo punto, mi sento di metterci un "forse".
O forse sarebbe meglio un "punto interrogativo"?

E allora virgola, ce la faremo?

BAH!
Al momento ho delle perplessità, condite con una vaga sensazione di disillusione in salsa chitemmuort.

Siamo animali sociali,si: cerchiamo la compagnia, l'appartenenza, l'identificazione, la rappresentanza.
Siamo animali sociali, si: soffriamo l'esclusione, la discriminazione, l'isolamento.

Ed é così che dall'asilo, al catechismo, alla compagnia della scuola, all'azione cattolica, alla squadra sfigata con cui ci si ostina a perdere ogni torneo,  al coro della chiesa, alla band scalcinata che non tiene il tempo manco per sbaglio, all'università, all'associazione professionale, all'equipe di lavoro, alla folta schiera di friggitori di patane della proloco,
finché morte non ci separi,
il miglior modo che troviamo per esorcizzare la nostra esclusione e sentirci parte di qualcosa di forte è escludere qualcun altro ed aizzargli contro il gruppo?

Bravi! I miei più vivi complimenti!




martedì 29 novembre 2016

MEMENTO 51

Se ti rifiuti di vedere la realtà
l'unica ragionevole conseguenza è la delusione

mercoledì 20 maggio 2015

MEMENTO 50

C'é solo una cosa che ti fotte realmente:
il tradimento di sè.

giovedì 30 gennaio 2014

YOCO POCO MA YOCO

E pur'io...scrivo poco ma scrivo.

No, non sono di quelli che "sto scrivendo meno perché sto vivendo tanto"
E' vero, ho tanto, forse troppo, da fare. A stento mi ci raccapezzo.
Ma non è questo il punto.

Uno sherpa che corre in salita...che, giustamente, non si è mai visto.

Che cazzo sto facendo allora?

Sto facendo pace:
tra me e me,
tra me e quel che è stato,
tra me e quel che non è stato, che non ho voluto, che non ho potuto, che non ho saputo.

Pace come un sogno, come una preghiera.
Pace.

giovedì 4 luglio 2013

OLTRE

Oltre la paura di essere nuda davanti al boia.
Oltre la vergogna di essermi masticata e poi sputata.

Nuda. Tanto non mi guardi.
Nuda. Tanto non mi vuoi.
Nuda. Avanzo inesorabile tra le fauci del boia.

Un centimetro, ancora uno.
Sono arrivata fin qui e non è successo niente.
Un centimetro ancora, uno.

Brividi. E' freddo, non è paura.
E così mi sento:
ti sfido e fremo, mi sfido e non capisco.

Nuda. Tanto non mi guardi.
Nuda. Tanto non mi vuoi.
Cieca. Tanto non mi vedi.

E nemmeno io ti vedo.
Guardo solo la mia mano.
E sono tuta nella punta di quelle dita.

Qui. Ora o mai più.
Qui. Davanti a tutti e davanti a nessuno.
Nuda. Apro gli occhi e sento forte di essermi salvata.

martedì 28 maggio 2013

SENZA TIRARE IN BALLO AMLETO

essere o non essere non è un problema...ho già scritto!
pubblicare o non pubblicare, questo è il dilemma.

quelle parole le guardo da lontano,
le ho scritte per farle fuori.
fatto!

un foglio in mano,
cancellature come orbite vuote.
fisso, domando e dondolo