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sabato 27 marzo 2021

NEL MEZZO DELLA TUA SCHIENA

 una goccia di acqua salata scivolava lenta

l’ultima goccia di quel bagno salato cominciato in un tuffo di schiena per non affrontare il freddo di quel mare sulla pancia

il fresco dell’acqua sulla faccia accaldata

la luce del sole che si fa sempre più tagliente man mano che riemergi dall’acqua

quell’acqua che sola ha saputo fermare i pensieri e fare il vuoto per un secondo

per un secondo di silenzio e beatitudine

un secondo che ha spalancato l’eternità

che ti ha dato per sempre un momento a cui tornare

goccia nel mare

sabato 20 luglio 2019

TANTO PE' PARLA'

Lenzuola blu per il puro gusto di far finta di galleggiare sul profondo mare.
Non è la brezza, è il ventilatore.

Intorno, a dare il cambio alle bambole di quando ero bambina, libri. Quelli già letti e ancora da recensire, quelli in attesa di essere letti.
Tutti sul letto.

Se qualcuno mi chiedesse, adesso, qual è il libro che porterei sull'isola deserta -perché solo lì ti può portare una zattera lenzuolo sospinta da uno scirocco di ventilatore-
probabilmente lo darei in pasto agli squali.




martedì 4 settembre 2018

OCCHIO NON VEDE...

Saranno passati due giorni e di lei dicono già che dorme tutto il tempo, che si sveglia ed è pronto in tavola, si sveglia e siamo arrivati in porto, manco fosse in crociera; che lascia il bagno una schifezza e non come lo ha trovato; che ci sono capelli suoi in ogni anfratto; che ha piedi pesanti e mani non proprio delicate nel chiudere la porte.
"Le regole della civile convivenza, le basi,
e che diamine!"

Dice, forse per farsi perdonare, che stasera cucina lei: petto di pollo e spinaci saltati.

Passo, vedo, allibisco e dico
"Occhio, i capelli nella pentola"
"Ma si, fa niente, poi li lavo"

Ecco.
Occhio non vede stomaco non langue.
E comunque, buon appetito a tutti!

martedì 10 aprile 2018

lunedì 6 marzo 2017

TAMARREIDE NUMMERO "C!"

Barcellona 4/3/2017
Con buona pace di Equitalia anche questa promessa la sto rispettando, e con essa il debito annesso.
Un minimo di ritardo, ma poco poco poco, uno-due giorni, inezie.

Ecco.

Rilassiamoci e viviamo sereni, viviamo e lasciamo vivere.
Il Maestro ha conquistato Barcellona. Fiesta!!!
Tapas, cerveza, sangria 
(shhh non  mi piace la sangria voi fate come se avessi accettato, fate gli indifferenti, sorridete e continuate a ballare, OLE'!)
Approfitterei di questo momento di ebrezza e di ubriachezza per confessarvi una cosa della mia infanzia che pochi sanno.
Per farmi coraggio, nel tentativo di trovare divagando a dovere, il tempo ed i modi adatti a cotanta confessione, parto col dirvi che il mio più grande desiderio sarebbe rincontrare quei tamarri.
Vorrei chiedere loro che cosa ne pensassero di quello sparuto (e denutrito) manipolo di vicini villeggianti, così vicini così lontani, ma soprattutto così inadatti a godere dei piaceri della villeggiatura.
Sia ben chiaro: nessuno ci ha mai detto di non giocare coi tamarri ed escludo che qualcuno dei tamarri avesse detto ai loro ragazzi di non giocare con noi.
C'erano proprio degli impedimenti oggettivi:

  • Impedimenti fisici- io pesavo più o meno come una coscia di uno di loro, a parità di età!
  • Impedimenti visivi- loro potevano correre in lungo e in largo sulla spiaggia, noi potevamo spingerci sin dove i genitori ci potevano vedere;
  • Impedimenti sonori- loro potevano alluccare a piacimento anche perché così le mamme li sentivano e potevano farsi sentire in ogni momento da ogni dove, noi dovevamo parlare sottovoce per non disturbare i vicini (che erano loro! vai a capire...);
  • Impedimenti motorii- loro potevano correre in lungo e in largo sulla spiaggia giocando a pallone a qualsiasi ora, noi solo la mattina molto presto (capirai che voglia!) o la sera molto tardi
    "perché giocando a pallone si disturbano i vicini e si solleva troppa polvere"
     dicevano i nostri genitori cercandoci in un polverone tamarro che nemmeno il ghibli nel sahara.
Ma la vera differenza, la pietra dello scandalo, saltava forte agli occhi al momento del bagno.
Oh, eravamo al mare.

Loro potevano fare una quantità di bagni infinita rispetto ai nostri tre lanciando, tra l'altro, ombre lunghe -come sono le ombre del dubbio e dei tramonti- sulla fondatezza della famosa teoria "dopo mangiato aspetta tre ore o muori" che risultava difficilmente sostenibile (almeno da un punto di vista scientifico, perché quando vuole avere ragione mia madre è in grado di sostenere ogni cosa!) alla luce di quanto mangiavano loro e quanto dovevamo aspettare noi.

E così, mentre noi aspettavamo, loro si lanciavano in acqua in formazione compatta, sollevando a suon di sonore panzate onde di tsunami che levati si nun ti vuo' affucà!
Noi entravamo in acqua in modo composto, bagnandoci prima i polsi, la pancia ed il collo
sempre, tranne quando...salivamo sul canotto.
Canotto arancione supersantos, mio padre ai remi tipo schiavo, io, mia sorella e mio cugino potevamo salire a bordo
MAAAAA
ad una condizione: 
INDOSSARE IL GIUBBOTTO DI SALVATAGGIO.
Il giubbotto. Di salvataggio. Sop'o canott.
E ho detto tutto.



giovedì 24 novembre 2016

TAMARREIDE NUMMERO "A!"

Tony Tammaro alla conquista dell'Italia - 24/11- Bologna

Prologo
Così come la realtà, nelle sue molteplici forme, altro non é che un'emanazione dell'Essere
così i Tamarri sono una manifestazione transnazionale, transculturale, transgenerazionale della stessa realtà ultima: la Tamarriz(z)ia!

Orsù amici, diversamente nordici e/o diversamente sudici, non cedete all'illusione della frammentazione: essa è trappola che vi induce a credere di non poter capire. 
Arrendetevi, abbandonatevi al flusso e allora si che comprenderete e conoscerete. 

Il primo passo verso la conoscenza
Come Saulo folgorato sulla via di Damasco ebbi i primi contatti con la realtà Tamarra lungo la Salerno- Reggio Calabria, più precisamente tra Tortora Lido e Scalea
In verità in verità vi dico che a Scalea Scalea non ho mai trascorso l'intera vacanza, a limite ci portavano alle giostre! Noi ci fermavamo a Tortora/Praia a Mare dove la densità di popolazione era inferiore e quindi i contatti più mediati, quasi come riverberati attraverso un velo che solo a tratti, inaspettatamente, si squarciava.
Generalmente a squarciarlo era un allucco potente, un grido, più raramente una musica ma comunque potente pure quella.

A quei tempi sul lungo mare di Tortora -così come un tempo i pescatori sulle sponde del lago di Tiberiade- c'era un venditore di cocomeri che arrivava ogni mattina con un trerrote scuscinato.
Egli era talmente sfasulato da non avere nemmeno una radio (quelli col camion ce l'avevano!) così che "da dentro all'altroparlande" cantava e allucava, alluccava e cantava lui stesso.
E' stato il primo Tamarro che mi ha voluto bene.
Sono sempre stata incline al nuovo ed all'avventura, in qualsiasi forma si presentasse cosicché, quando il venditore di cocomeri mi ha detto " te ne vuoi venire con me a vendere i cocomeri con il trerrote?" , lui mica si aspettava che io rispondessi "si!" e provassi a salire sul mezzo.
Mi ha preso per mano, mi ha portata da mia madre e con una discreta cazzima le ha detto
"signò però vui vv'avita sta cchiu accuort a sta bambina. Chella senne fuje, s'a portane, a perdite!"


mercoledì 29 agosto 2012

SE NON E' AMORE QUESTO...

Per tornare da voi ho preso:
un barchino ondeggiante fra 1.5m d'onda. Acqua a secchiate. Ho proseguito il viaggio infradiciata fino alle mutande (e non è un modo di dire!);
un barcone rimbalzante. Come compagno di viaggio un australiano con l'alhzeimer (gli altri erano tutti accappottati o vomitanti);
un pulmino impazzito. Ho rischiato svariati frontali  e svariate carambole con frotte di scooter con almeno due adulti e un bambino (rigorosamente senza casco, il bambino!);
due aerei due. Sono sopravvissuta con agio al pollo, al pesce ed al pancake al cioccolato (tutte e tre colazioni, servite rigorosamente random!)

amore a secchiate
paraculaggine q.b.

sabato 4 agosto 2012

MARE PROFUMO DI MARE


Troppe braccia per non abbracciarti
 tentacoli senza tentazioni
troppe braccia per non abbracciarti
tentacoli per cercarti


Mentre ascolto penso
alle mie braccia legate, alle mie tentazioni negate, ai miei abbracci mancati.
Cavalco l'onda anomala della tristezza e prima che si possa infrangere in mille lacrime salate
CEDO:
a strascico svaligio il bancone del pesce.

Il Polpo si affoga nel suo stesso amore.
Conchiglie  e code per la sirena incantatrice.
Bollicine salgono a increspare la superficie del mio bicchiere,
mi esplodono sul palato, mi fanno il solletico al naso.

Ché non c'è bisogno di andare fino in fondo al mare,
ci si può perdere anche in un bicchiere, la differenza la fa quello che ci hai versato.

lunedì 19 marzo 2012

SFATARE UN CORNO

lasciamola fatata così com'è stata questa "genova per noi"
Due giorni di incontri, di gente partita da ogni dove solo per incontrarsi, incontrarsi e ballare!
E perché ci potessimo incontrare la gente ha aperto le case,
ha ospitato amici e sconosciuti,
anche il gestore dell'ostello ha detto va bè, la camera è questa e non ne ho altre
ma se vi va bene mettete per terra i materassini...e dividetevi il conto della stanza
 (10 euro a testa con tanto di prima colazione!!!)
...ma non erano tirchi i genovesi?!?!bah

Abbiamo riso, mangiato, suonato, ballato  insieme!

E siccome io sono nata esosa, che cosa ci vuoi far,
in riva al mare ho rincontrato un'amica di vecchia data e di vecchia passione
(ché l'ultima volta a Genova c'ero andata per pattinare sul ghiaccio)
e ne ho incontrata anche una nuova...
se penso a lei la vedo tutta in un sorriso di quelli che partono dagli occhi e poi si allargano come un'onda,
fino a quando anche le spalle non sussultano per accompagnare il battito delle ciglia.

e fu così che mi riconciliai con l'esistenza

venerdì 2 marzo 2012

LENZUOLOMARE

[Moki? Miko?]
...désolée
...è che quando il mare mi abbraccia così non capisco più niente

mercoledì 7 dicembre 2011

IL MIO MERCOLEDI' DA LEONI

Sveglia h10.55
caffè -la macchinetta grande-
pane tostato, nutella, mandorle e marmellata d'arance;
latte di riso, incontri al cioccolato

mordo, sorseggio, mi lecco dita, difendo i miei averi dagli attacchi felini,
aggiorno il blog, leggo il giornale
ascoltando mazurke e valzer francesi.

Se solo fossi alle Porquerolles...



giovedì 1 luglio 2010

ONESTA'

E' cosa buona e giusta essere onesti, con se stessi e con gli altri:
in questo momento ho un unico, grande, desiderio
e non c'è spazio per nient'altro:

VOGLIO ANDARE AL MARE!!!

lunedì 1 marzo 2010

IO E DARWIN

Quando ero piccola, oltre a non stare mai zitta,
pensavo...
saltando anche un pò.


Quando ero piccola il primo di luglio si caricava la macchina a più non posso e si partiva per il mare,
un mese di mare!!!


Passava in fretta anche allora il tempo.

Al mio rientro fioccavano complimenti sulla mia abbronzatura
(la carnagione non proprio da scandinava aiuta
mentre le mie origini scandinave le tradiscono...le corna)
"machebellabambina, comeseiabbronzata, chemeravigliasembripropriounanegretta!"


Sono giunta alla conclusione, e cresciuta con l'idea, che
"nero é bello ma, purtroppo, non è per tutti"

Avrei potuto farne un teorema, con la mia vita per dimostrazione, se solo avessi saputo cosa è un teorema:
Ipotesi - Tutti i bambini nascono bianchi
(non avendone mai visto uno di altro colore...)
Tesi - Un bambino al sole si abbronza e diventa "proprio un bel negretto"


Io al mare ci stavo un mese, ce la mettevo tutta per abbronzarmi il più possibile "che il sole fa bene",
però poi mi riportavano a casa, sui monti, ed io non potevo che regredire e sbiadirmi!
ma vuoi mettere se uno al sole ce lo lasci....?!?!


 



 

lunedì 11 gennaio 2010

SONO TONNATA!

Non é stato facile ma alla fine ho dovuto cedere e mi sono lasciata rimpatriare.

Ma se penso che venerdì ero sulle coste del Sinai,
praticamente tassellata sulla spiaggia....
aaaaaaaarghhhhhhhhhh

Vi prego,
Partecipate commossi al mio dolore.

giovedì 15 ottobre 2009

STORIE A VELA

Seduta a cavalcioni del paramare guardavo le vele e gli scampoli di cielo ritagliati tra l'albero e le sartie.
Sentivo tutto: il rumore del mare, lo sbattere delle vele, le voci dei miei compagni, i comandi del capitano.
Anche il mio corpo era allerta, pronto a svolgere il suo compito in armonia col vento, col mare e con il resto della ciurma.

Un compito semplice stare alle volanti,
segui la randa ed eviti di darle fastidio e quando lei se ne va tu cazzi.

La barca come la vita, come questa storia.

Tracciare la rotta
sentire il vento
bordeggiare...

per andare per mare
serve un punto d'arrivo, una meta condivisa
serve saper accettare che se cambia il vento il viaggio cambia, ma non si interrompe
serve competenza
serve fiducia

questo pensavo, con tutti i sensi allerta
mentre con la coda dell'occhio  vedevo ondeggiare pericolosamente il bozzello

cazzo, allora

prima che m'arrivi in testa.


 

venerdì 25 settembre 2009

MEMENTO 6

Non sarà mai il mare
ma anche la piscina fa bene al corpo ed allo spirito.

giovedì 20 agosto 2009

MARE MARE MARE

voglio annegare (non é vero...ma non l'ho scritta io. anzi, facimu corna!!!)
portami lontano a naufragare (insomma...)
via via via da queste sponde (già meglio...)
portami lontano sulle onde (così si!)


Non c'é niente di più bello del primo tuffo della giornata.

Arrivare di corsa sul bagnasciuga perché la sabbia nera scotta!
Ha assorbito tutto il calore del sole e non esita rilasciarlo, generosa..., all'incauto piedino che non si può fermare, cerca solo il refrigerio del mare.


Mi piace tuffarmi di schiena perché quando riemergo apro gli occhi e non vedo che il bagliore del sole.
Solo dopo, a partire dai bordi, arriva il blu del cielo. Per le nuvole bisogna aver pazienza.


La carezza del mare, il crepitio dell'acqua nelle orecchie
questa é la pace, questo il silenzio che mi piace.