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martedì 25 aprile 2023

L'INTELLIGENZA DEL SALMONE

[Milano, scampoli di spontanea resistenza]

Oggi non lavoro oggi non mi vesto resto nudo e manifesto tarararararà tarararararara

Ogni 25 aprile comincio così: in giro per casa, canto e cammino, cammino e canto, bevo caffè e sfumazzo.

Ad una certa, però, esco e manifesto. Ma prima mi vesto.

Quest'anno la manifestazione l'ho voluta prendere così, in contromano.

Sono arrivata a piedi in Duomo, con 15 minuti di ritardo rispetto all'orario di concentramento previsto in Porta Venezia. Ma chi mai conta il quarto d'ora quando esce di casa per incontrar la storia. Su, siamo seri.
C'era già qualcuno a dire cose sul palco ma io niente, insensibile al richiamo delle sirene (che cialtrona!) ho proseguito su corso vittorio emanuele (che cialtrona! il minuscolo...però anche lui non scherzava un cazzo.) e poi su su verso piazza San Babila.

L'ho detto e l'ho fatto, niente mi ha fermata: ho risalito il flusso su su su fino a Porta Venezia dove, un'ora e mezza dopo, la coda del corteo si muoveva appena.

Volevo fare un bagno di folla, sentire la pressione della folla che ti si stringe addosso, percepire la portata degli accadimenti in senso fisico e metafisico, vedere con i miei occhietti tondi e non particolarmente espressivi quanti saremmo stati in piazza a Milano, città medaglia d'oro della Resistenza. 

Se la questura ha dei dubbi sulla conta dei manifestanti posso aiutarla a fugare ogni dubbio,
Tanti eravamo. Tanti.

Non che mi piacciano proprio tutti tutti tutti quelli che erano lì a sfilare; di qualcuno, alla facciazza di Voltaire, avrei proprio fatto volentieri a meno ma tant'è! Amen.
Non ho voluto cedere alla tentazione del corteo alternativo ché anche lì c'erano delle belle punte di sgradevolezza non trascurabili. Credo che in questo momento disperdersi in mille rivoli non aiuti la resistente risalita del salmone.

Do un colpo di coda, faccio un saltino e vado oltre.

Devo dire che al di là degli slogan, al di là dei quattro politici di staminghia che fermano il corteo per farsi fotografare bene in posa dietro allo striscione (che cialtroni!) la manifestazione che mi piace è quella festosa, quella che porta la gioia in strada, quella che ti fa ballare.
Da lontano, sento la voce r'o Zulù e trovo pace e casa.

Poi per la serie "ho fatto anch'io delle cose buone"per chiudere la serata, in onore di Milano, ho fatto l'osso buco su medaglia d'oro di risotto allo zafferano. OH!

Buon 25 aprile a tutti!





mercoledì 30 giugno 2021

SYMBOLUM 21



    Mentre mezza italia battibeccava sulla valenza del simbolo io ero lì che mi spremevo le meningi e mi dicevo "ho letto qualcosa di tanto bello sul simbolo, tanto vero che  quando l'ho letto ho detto "ecco, la pagina definitiva, non c'è  altro da dire, non ce altro da leggere!" ma dove diamine l'ho letto?"

Si, confiteor, faccio e mi dico pensieri annidati, probabilmente sintomo del fatto che, nonostante io non mi rassegni, anche per me si è fatta una certa. Probabilmente la conferma del sintomo sta nel fatto che non riesco proprio a ricordarmi dove cacchio ho letto 'sta cosa definitiva sul simbolo...



Poi una si mette a spolverare e taaaac
 perché la libreria, come la casa, nasconde ma non ruba!



PS: per chi avesse intuito la citazione nel titolo del post

 with  love "s'è fatta 'na certa pure per te, eh?" 

venerdì 5 febbraio 2021

IL DIBATTITO POLITICO

 O "DELLE STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA"

Quando tutti hanno qualcosa da dire,
Quando tutti hanno bisogno di qualcuno che abbia qualcosa da dire,
Quando tutti hanno bisogno di far notare che quel qualcosa, loro, lo avevano già detto;
Vuol dire una sola cosa: tutti hanno bisogno di un pubblico e quel pubblico, volente, nolente, ed anche un po' dolente sei tu.

E la vogliono a tutti i costi la tua attenzione, ché se non sei disposto ad accumulare tra i tuo neuroncini tutte le loro porcate arriva pronta l' accusa di inerzia mentale, scarso senso civico, disinteresse per le sorti di questo nostro paese alla deriva.

E va bene, e  io gliela do la mia attenzione, tutta quella che meritano, né un etto di meno, né un etto di più.

Anni ed anni di pratica mi hanno permesso di elaborare un potentissimo metodo basato sulla semplice ripetizione di un mantra. E' attraverso la ripetizione, la sincronizzazione del respiro e del gesto, che il mantra è in grado di attivare un processo profondamente ipnotico, capace  di scindere e trascendere, affinché tu possa restare col corpo al cospetto dell'interlocutore mentre il tuo spirito può trasportarsi altrove sulle potenti ali del mantra.

Servono esercizio e dedizione ma, credetemi, ne vale la pena:
potrete assistere a tutti i dibatti, annuire a ritmo dell'incalzante domandare dell'intervistatore, sostenere l'inutile ecolalia dell'intervistato e sorridere finanche perché , credetemi, neanche un'oncia delle loro porcate rimarrà impigliata nelle vostre reti neuronali.


Metodo IANNACCONE: sceglite, pijiate, e po' ce pavate!










giovedì 8 agosto 2019

DORMI? DORMI? E DAI, DORMI!

Di tanti discorsi e racconti incrociati, non appena metti la testolina sul cuscino, quale ti popcorna su?

Il dubbio amletico.

Cuffiette e via.
Non cerco risposte, forse un criterio e qualche ora di sonno (*)

 *C'o Zulu...e cchi vuo'rorm...

mercoledì 15 maggio 2019

I BAMBINI CI GUARDANO

COME ON,
LET'S TALK ABOUT CRIME AND JUSTICE
dice il Teacher.
"Minghia, mica cotiche" penso io (solo perché lui mi avrebbe detto "in English, please" e io che ne sono di come si chiamano le cotiche in quel di London)

La semplificazione indotta dall'utilizzo di una lingua foresta fa uscire l'essenziale e, molto spesso, si riduce a mostrare il peggio che si annida in ognuno di noi.

Immaginate un assetto tipo Porta a Porta, con tanto di sigla, di Bruno Vespa, esperti e pubblico con diritto di parola.

Per combattere il crimine ci vorrebbero:
più polizia e più controlli, punizioni più severe, meno regole perché sono troppe per conoscerle tutte e poi certo che la gente delinque, essere informati sul carcere sin da piccoli così ti passa la voglia di andarci, più educazione perché i giovani devono imparare che "rules are rules", le regole sono le regole.

A quale punto del discorso secondo voi ho cominciato a vedere rosso e a sbuffare e caricare come un toro nell'arena?

PS: poi lo so che non è l'Arena.
Hops sorry, però quello è Giletti.

mercoledì 30 gennaio 2019

NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE...

-Affinché le cose possano cambiare è necessario che vadano veramente male. Solo allora, come è già successo nella storia, il popolo insorgerà.

Mi fai un esempio? Quando, nella storia, è già successo che tutti insorgessero contro qualcuno ritenuto responsabile di uno stato di fatto non più sostenibile? (O di uno stato, di fatto, non più sostenibile?...ma questa non l'ha capita)

-Penso a quando in Italia è stato debellato il comunismo.

Quando? (Per pietà, dimmi)

-Quando al governo è salito Berlusconi, lui ha detto di aver spazzato via i comunisti.

Buio buione.

-Ma, aspetti, ho un dubbio... i comunisti forse non sono mai stati al governo?

Dai dai dai, dai che ce la puoi ancora fare

-Si, comunque sono stati debellati.

Sipario.

mercoledì 4 luglio 2018

AMICO, STAI SERENO.

Mi ha scritto in privato
 -ché quando si affrontano certi temi la discrezione è tutto, evidentemente!-
Dicevo.
Mi ha scritto in privato per sapere se, vista la foto che ho postato dal gay pride di Milano, letto il mio commento, non fossi "per caso" lesbica.

Un minuto di silenzio per l'umano decoro che troppo presto ci ha lasciati.

Allora.
Apprezzo il fatto che si sia quantomeno accorto che sono femmina.
Dovete sapere che c'è stata anche una blogger che, dopo svariate e cortesi visite sui rispettivi blog, un bel giorno, mi disse " Pensavo fossi un uomo..." e poi sparì
pufff
correndo verso la fiera dell'acchiappanza ( manifestazione legittima eh, lo ha detto pure la questura)
e lasciandomi in una nube polverosa di divertito disappunto
Machedavero scrivo come un uomo?

Ciò detto.
Mai avrei pensato di poter fare coming out.
wow
Udite udite (cià che urlo anche un po') NON SONO LESBICA.
E fin qui non ho detto niente, o comunque, niente che abbia un senso, niente che valga la pena di essere detto e tanto meno letto.
Se sono arrivata fin qui, però, è per dire che i diritti sono diritti, o sono per  tutti o non sono diritti.
Se sostengo attivamente i diritti degli omosessuali non è perché sogno,un giorno, di sposare Samantha;
Se sostengo Green Peace nei progetti di salvaguardia della balenottera azzurra non è perché sogno, un giorno, di averne una nella mia vasca da bagno;
(Samantha è un nome di fantasia. Nessuna Samantha è stata maltrattata in questo post. Non esiste collegamento alcuno tra Samatha e la balenottera, giuro!)
Se sostengo le organizzazioni che assistono i migranti non è perché sto accendendo un mutuo per comprare la reggia di Caserta perché sogno, un giorno, di poterli portare tutti a casa mia.
L'Italia è casa mia.
E se fa schifo, se l'aria che si respira è fetida, fa schifo per tutti e proprio per questo è un problema mio.
La terra è casa mia.
E se fa schifo, se per sovralimentare me si può distruggere qualsiasi cosa e affamare quelli che, guarda un po', sono comunque come me!, è un problema mio.
Mio come persona eh! al di là della razza, dell'orientamento di genere e di tutte le altre etichette di cui non sappiamo più fare a meno, ma che mi hanno francamente rotto i coglioni.

(non è volgarità gratuita, è solo voglia di far tornare ad insinuarsi l'ombra del dubbio. Tze!)

lunedì 16 marzo 2015

8 MARZO + 5

Milano, Interno giorno.Fiera.
"fa' la cosa giusta" 

E riuscire a farla non è cosa da poco perché se non sei l'espositore ma devi esporre su invito...

SUSPENCE
non sanno come farti entrare!
Tu l'invito ce l'hai  e te l'hanno mandato loro da smappo (smappoooo?!?!),
con tanto di email di conferma e paciocco a quadrettini cosìfaiilriconoscimentodigitaleenonstampicheèpeccatomortaleepoicheccazzoseiafalacosagiusta
ma loro, detto invito, non sanno a chi devi mostrarlo. 

IL VIAGGIO DELL'EROE
La Cincia non si scoraggia e doppia col sorriso l'omino disarmato e disarmante posto a guardia dell'ingresso. 
Armata di borsa a tracolla, carica di volantini, brandendo una bacheca piena di maschere decorate guadagna il piano della reception 
(rigorosamente a piedi perché gli ascensori non li hanno messi in funzione)
e lì cominciano le sue personali, ma non solitarie, peripezie: 
dai tornelli alla cassa e ritorno, dalla cassa alla cassa-inviti, dalla cassa-inviti ai tornelli.

LA META
La Cincia arriva, un po' sconvolta ma felice, allo stand dove ad accoglierla ci sono le sue compagne di avventura che prima di lei (grazie, c'avevano il cartellino rosso "espositore") avevano conquistato l'agognata meta. 
Abbracci, sorrisi, baci. La gioia di vedersi e di conoscersi perché si, apparteniamo tutte alla stessa famiglia ma di specie diverse.

QUELLO CHE NON TI ASPETTI
Tra scolaresche, ragazzi bradi, insegnanti allucinate, integraliste vestite in modo improponibile che sgranocchiano estasiate cose che io faccio sinanche fatica a riconoscere come cibo,
come un miraggio chi ti vede passare la Cincia? un'amica.

Non la vedevo da tanto, dall' ultima cena in terrazzo dopo il saggio di teatro.
Bella come sempre, energica, luminosa.

Con l'entusiasmo di chi è uscita la mattina per cercare di reinventarsi la vita, le ho raccontato chi siamo, che cosa facciamo (ma anche un po' che cosa faremmo se ce lo facessero fare), che cosa vorrei fare io (visto com'è finita con quello che facevo prima) e come ci sono arrivata, etc etc etc.

E racconta tu che racconto anch'io mi ha raccontato anche lei.
Anche lei messa in condizione di andarsene, anche lei senza motivazione alcuna relativa al suo lavoro o al modo in cui lo svolgeva, anche lei esposta ai venti da un "superiore" latitante, pusillanime ed inconsistente.
"Esodata anche tu?" perché lei di anni ne ha 15 più di me e non basta essere giovani dentro e belle ed energiche fuori, carta (d'identità) in certi frangenti canta e canta forte!
In cerca di risposte, di dati, giusto per far due conti, si è rivolta a chi di dovere -il sindacato- che le ha così risposto:
"signora si faccia aiutare da suo marito!"

FINALE 
Perché noi vorremmo trovarci nella Milano dell'EXPO 2015, nella Milano della possibilità, nella Milano che si apre al mondo intero in nome di un'Italia che è culla della civiltà.

Ma la verità è che siamo a Frittole 1400 quasi 1500 e non ci resta che piangere! 











domenica 2 novembre 2014

CULTURA E S-CULTURA

Se te lo dico è perché ti voglio bene. Milano mia, così non va.

Niente di nuovo. 
Niente che possa innescare una miccia, infiammare i cuori, accendere una discussione.

Tutto calmo. Tutto tranquillo. 

Minestrine riscaldate per palati ben addomesticati.
Passatine di cultura per le dentiere delle signore col giro di perle.

AriChagall-AriKlimt-AriVanGogh-Aridajecogl'impressionisti!

Gia-co-met-ti.
Ti dice niente?
Non che sia proprio un'avanguardia, avrebbe spento quest'anno 113 candeline (gran bei polmoni gli scultori!), però è un grande.
Ed io lo amo appassionatamente.

E proprio perché lo amo questa non te la perdono.

Tre sale al GAM, allestite come l'esposizione delle bomboniere nella vetrinetta della nonna.
Mancano solo i centrini a crochet appuntati con gli spilli.
Peccato non averci pensato, in questo ti saresti superato caro il mio allestitore.

Cultura...S-cultura...Adesso t'ho capito!





giovedì 1 agosto 2013

ALLO ZOO

c'è la pitonessa che si vergogna di essere italiana
...
s'a crapa canuscess'a vriogna nun si grattessi o culu cu'e ccorna!!!
la pitonessa chissá

venerdì 30 marzo 2012

CLA-MO-RO-SO

LA PELLEGRINI IN BIANCHERIA INTIMA
titola il giornale online alla sezione "sport"

La pellegrini fa la nuotatrice,
in mutande ci passa la vita!!!!
eddddaiiiiiii

SHOCK: LA MONTALCINI IN TOPLESS
questo si che sarebbe clamoroso!!!

venerdì 16 marzo 2012

TRA CIELO E TERRA

Sono giorni strani.
Ti arrovelli, ti arrovelli, pensi che quello è successo dovrebbe bastare a farti ridimensionare le cose ma intanto pure così continui a pensarci. Poi, quando accidentalmente smetti, trovi il bandolo.
Di bandoli questa matassa ingarbugliata ne ha parecchi. Alcuni sono andati. Altri, per non essere trovati, si sono rintanati nel cuore del garbuglio e si sono stretti a nodo.
"Quando riesci a sciogliere i nodi vuol dire che la suocera ti vuole bene"
Non mi sono mai sentita tenuta, abbandonata sicuramente, mandata in mezzo ai "barbari" per fare vedere che razza di capolavoro era in grado di fare lei.Adesso mi sembra chiaro, come non lo è mai stato.
Come se solo adesso lo avessi capito di pancia e non di testa.
Nessuna cattiveria, solo tanta tanta tanta insicurezza e voglia di rivalsa.
Io dovevo essere perfetta per dimostrare che lei era brava!

Quanto mi è costato questo giochino lo so solo io!
E so anche che ormai non è più tempo, non è più tempo di recriminare
perché lei è ormai da un'altra parte ed anch'io lì non saprei più che farci.
Eppure a volte fa ancora male.
Fa male accorgersi che sei stata mandata a combattere battaglie non tue;
che quando hai provato a chiamare casa il campo di battaglia e famiglia i suoi nemici sei stata rinnegata come una traditrice;
che hai imparato presto a nascondere le ferite imparando a non farle sanguinare...fuori, perché dentro...

A nascondere il dolore si fa peccato, perché poi non lo si può più nominare senza renderlo ancora più potente.

Ed il mio possibile dolore, il mio possibile dispiacere o anche il solo semplice dovere di partecipazione alla fine non sono neanche contemplati.
Che S. non c'è più l'ho saputo da Facebook! Contestualmente ho scoperto che si era anche sposato, che aveva avuto una bimba...L'unico numero che avevo quello di mio cugino C. (un cugino, uno dei 15 di quelli che "sono di un'altra razza!) e l'ho chiamato. Mentre noi ci parlavamo stavano facendo i funerali, dopo una settimana. Sembrava che tutto si fosse sistemato (tutto cosa? non ho osato chiedere), aveva trovato lavoro...che uno il lavoro lo desidera tanto, lo insegue dall'altra parte dell'italia (lui che non ci è neanche nato in Italia perché suo padre all'epoca lavorava all'estero), e poi è proprio quello per cui muori.
Mio padre al funerale c'era.Una telefonata...
E poi pensi tante cose e pensi anche che in fondo in fondo non ha poi molto senso neanche parlarne, scriverne, che le cose importanti sono altre.
E pensi anche che sei una gran stronza se, dopo tutto, nonostante tutto, sei qui a parlare di te...
è che certe volte mi sembra proprio di non  avere nient'altro.

Come se pregassi




lunedì 13 febbraio 2012

-2

il meteo c'entra ma non è colpa sua.
La ragazza che chiede l'elemosina all'ingresso del metro è partita settimana scorsa.
Ha recuperato i soldi che le servivano, ha infagottato marito e figli ed è tornata  da sua mamma.
E' incinta di quasi otto mesi ormai (e cosa vuoi che siano due giorni di autobus!) ed un bambino così piccolo non può stare nella baracchina, fa freddo, non c'è luce, non c'è acqua.

Venerdì arrivo in metro e "la mamma di Jasmine" mi viene incontro
(strano, è da sola, e il piccino? sarà mica malato?)
Ti stavo aspettando, mi dice. Ti volevo salutare perché non ho più la casa, non ho i soldi per trovarne un'altra, fa troppo freddo per stare in giro. Mi dispiace per i bambini, per la scuola, torno appena posso ma adesso è meglio se vado a stare da mia mamma, ho già comprato i biglietti dell'autobus (altri due giorni!).
Mi spiace per Jasmine, che era così brava, mi spiace per il fratellino più grande che era bravo anche lui ma Jasmine di più:-), mi spiace per il fratellino più piccolo che non sa neanche cosa vuol dire scuola e forse è quello che soffre meno ma non mi sembra un buon motivo.

E' il mio primo lunedì senza né l'una né l'altra,
per qualcuno non vuol dire niente,
per qualcun'altro può anche essere un sollievo,
a me la città sembra solo un po' più vuota ed io mi sento solo un po' più triste.



mercoledì 1 febbraio 2012

LIBRI DA ARDERE

Di quella serata all'Elfo ricordo soprattutto il freddo!
Sarà che il palco è lì, così vicino e così basso che basta un attimo di distrazione e finisci in scena.
Sarà che loro erano veramente splendidi nella loro disperazione.
Sarà che io ci metto un attimo a distrarmi e scivolare nei panni degli altri.
Era lei quella che aveva freddo più di tutti,
si scaldava nelle aule dell'università quando le aule erano ancora riscaldate,
si scaldava tra le braccia dell'assistente del professore quando ancora era tempo di pensare all'amore.
Voleva più d'ogni cosa scaldarsi, e non c'era sesso e non c'era ragionevolezza,
c'erano i libri del professore da ardere.
Libri da ardere...quali?perché?cosa è giusto salvare e cosa no in una città in guerra e sotto assedio?
Cosa val la pena sacrificare e cosa è solo combustibile per arrivare almeno a domani?

L'università è da giorni senza riscaldamento, pochi soldi e lotte intestine.
In aula magna si gela. Si sopravvive fino a pranzo poi ci si sposta nello studio del professore.
Si confida nella stufetta ed in quel minimo di effetto stalla di sette persone in un interno.
Ogni professore ha una stufetta nel suo ufficio...black-out!
Finché durano le batterie i portatili sulle ginocchia fanno un bel caldino, 
finché dura il giorno si può continuare a discutere, già...finché dura il giorno 
e si possono almeno fare le scale senza rischiare di ammazzarsi.
La seduta è stata sciolta alle sedici, per sopraggiunto buio.

En Italie, comme à la guerre!!