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venerdì 23 aprile 2010

NON CI SONO PIU' LE PRINCIPESSE DI UNA VOLTA

La principessa non voleva un cavallo bianco con la criniera lucente tutta ornata di nastri e campanellini,
buono solo per farci un giretto al trotto nel giardino del palazzo reale.
La principessa non sapeva che farsene neanche di uno slavato principe biondino e di azzurro vestito
...che , a dirla tutta, le ricordava troppo Solange!


La principessa voleva un drago!


Un drago non lo si compra alla fiera,
un drago non lo si cattura,
un drago va sognato e fortemente voluto.

E così fu!


Era un drago magnifico, possente,
con grandi ali per volare lontano,
enormi occhi verdi per scovare anche i sogni più nascosti
quello che si materializzò all'improvviso di fianco a lei.


Quando capì che quello era proprio il suo drago,
quello che sognava da sempre,
stavano già volteggiando in alto nel cielo blu (l'azzurro alla principessa non piace, non c'è verso).


Ma, un brutto giorno, il drago magnifico cominciò a perdere consistenza,
sembrava diventare trasparente, poteva addirittura vederci attraverso.
I voli erano sempre meno arditi,
gli atterraggi sempre più goffi,
non era raro finire a gambe all'aria con un ruzzolone
-nemmeno avesse desiderato di cavalcare un tacchino-.


Il drago si nutre di desideri e di volontà
altrimenti la realtà, lei si che è crudele, squarcia il velo
e l'illusione svanisce.

E così fu!


La principessa si ritrovò lì, in mezzo a un bel prato,
senza il drago, 
ma con i piedi ben piantati per terra.
Perchè è sempre dai piedi che si comincia, un passo dopo l'altro.
...serve solo la volontà, un desiderio che dia la forza ed il coraggio per muovere il primo passo
che tanto poi il secondo gli va dietro.


 





giovedì 18 marzo 2010

SFUMATURE


Confusa e disorientata
mi perdo tra Desideri Aspettative e Pretese

Le definizioni e i contorni
sfumano,
si confondono,
MI confondono.

Vorrei guardare in faccia le mie pretese,
ripulirle da tutto ciò che è inutilmente razionale
per rimanere con le mie aspettative tra le mani,
accarezzarle a lungo,
coccolarle,
per asciugare le lacrime che sono ancora quelle di una me bambina.
Vorrei che nel cuore restasse spazio solo per i desideri.

Il mio regno per un alambicco,
orsù
per distillare i desideri dalle mie paure.

lunedì 1 marzo 2010

LA PIU' O LA MENO?

Negare
Omettere
Rinnegare

é Tradire.

Provo a dare un ordine,
provo a differenziare i pesi,
ma in fondo a che serve?

E' la somma che fa il totale
e cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia:
il risultato fa male.

giovedì 25 febbraio 2010

giovedì 18 febbraio 2010

ALL'ARMI

C'è stato un momento, un tempo, forse un'era lontana in cui tutto era semplice.
Nel delirio dell'oggi viaggio indietro nel tempo
passo passo
giorno dopo giorno
fino a quel tempo lontano.

Ora lo so
il marasma di oggi affonda le sue radici in quel mondo fatato

Forza e coraggio
devo armare il mio braccio
far cadere le bende dagli occhi
e squarciare quel velo.

giovedì 14 gennaio 2010

EQUILIBRI PRECARI E DISEQUILIBRI

Io cammino in un certo modo
mi muovo in un certo modo
mi fermo in un certo modo.


Ogni mio muscolo sa bene cosa fare
per questa sorta di intelligenza del corpo
che non sa o che non può mentire.


Se gli cambio le carte in tavole,
se introduco un disturbo,
se mi fratturo l'osso sacro che resta ruotato,
se prendo una storta scendendo dal Jebel Mussa,
ll mio corpo non ci mette mica poi tanto:
ridistribuisce le tensioni e si riporta a quello stato di equilibrio che conosce così bene
perchè è suo.


Per sentire quest'opera di aggiustamento costante bisogna forzarsi in una situazione di disequilibrio:
camminare come non si cammina mai,
stare immobili, senza possibilità di fuga, come non si sta mai.


Ma questa cosa anche la mente la sa,
è che lei è meno onesta,
lei mente!


E allora...
percorrere nuove strade,
accettare di perdersi,
accettare di guardare e sentire anche ciò che non ci piace,
per non restare incastrati nel labirinto delle vecchie abitudini e dei vecchi modi di fare.


EVOLUZIONE E ADATTAMENTO.


 


 

martedì 22 dicembre 2009

VOILA LA NEIGE

La prima neve ieri sembrava proprio polistirolo
pallini bianchi spazzati dal vento
che mi danzavano davanti agli occhi
mentre tutta intirizzita camminavo contro vento, il naso all'insù.

Come i bimbi che, mentre la mamma li trascina via tirandoli per la mano,non si fanno certo distrarre!
Imperterriti, nasino all'insù, scrutano il cielo con sguardo concentrato.
E' importante, stanno cercano di capire o immaginare 
da dove arrivano tutti quei pallini? chi mai li sta lanciando?
dove li tiene? dove li compra? magari se li fa, ma come?

O forse per loro, beati, immaginare e capire è un tutt'uno
immaginare la soluzione è già aver svelato l'arcano.

Vi svelo un segreto ma shhhhhhhhhh
non ditelo a nessuno: 
se solo si fosse alzata un pò la temperatura
tutti quei pallini ghiacciati sarebbero esplosi come tanti pop corn

giovedì 12 novembre 2009

L'ORACOLO

100_0867


Per consultare un oracolo bisogna formulare correttamente la domanda.
Per formulare correttamente la domanda bisogna mettere in chiaro i propri desideri.
Per mettere in chiaro i propri desideri bisogna addentrarsi fino in fondo al proprio cuore
e una volta lì tenere gli occhi ben aperti.


 


100_0868E se qualche vocina ti sussurra, suadente, all'orecchio
"qui è troppo buio...
non si vede niente...
ritorna in superficie...
lì c'è luce, il sole è alto..."
tu non la ascoltare.


Apri gli occhi!


100_0870Quando poi sarai stanca,
prima di consegnarti sfinita e distrutta al sonno
consulta il tuo oracolo,
chiedi di inviarti un sogno.
La verità si svela a chi la cerca
e a chi ha il coraggio di stare con gli occhi chiusi
per poter guardare oltre il velo dell'illusione.


100_0872Nei sogni l'illusione non esiste.


Chiudi gli occhi!

lunedì 2 novembre 2009

UNA GIORNATA DI PIOGGIA

basta e avanza...mi stanno già spuntando le branchie!


Evoluzione ed adattamento della specie.
E dire Messere Darwin che c'è chi non è daccordo e dice che l'evoluzionismo è tutta un'illusione.
(dottrina cattolica a parte, per non entrare nel tunnel delle polemiche e rischiare di non uscirne più)


Io invece ultimamente ci penso, ci penso e anche tanto.

A come cambiano le cose, a come mutano le situazioni e gli stati d'animo
e a come noi mutiamo con esse.


Ci adattiamo o ci evolviamo?
Ci educhiamo o ci rassegnamo?

mercoledì 21 ottobre 2009

TOT METRI DI CATENA

Dicevano di me “E’ una bambina meravigliosa, dove la metti sta!”


Mica la capivo troppo sta’ cosa però…


i grandi erano loro, no? E non sono forse loro quelli che sanno le cose?


 


Adesso che quella grande sono io tocca a me far finta di aver capito.


 


Sono cresciuta legata a una catena, una catena magica mi sa,


perché man mano che io crescevo cresceva anche lei:


Io diventavo più alta, più forte e le sue maglie diventavano più resistenti;


Io diventavo “più grande e più matura” e lei si allungava, in modo da poter andare sempre un po’ più in là, sempre un po’ più lontano…


Il più lontano possibile!


 


Un bel giorno, non ricordo di preciso quale, qualcuno mi ha detto “ avrai una sorellina, sei contenta?


Una sorellina per giocare, pensa che bello!”


E un bel giorno, e questo me lo ricordo, cavoli se me lo ricordo, i miei mi hanno presa di peso


-neanche fossi una bambolina, un mucchietto di chiodini rimasti sul pavimento da spalettare via-


e piantata a casa di zia per andare a prendere la sorellina!


Il fatto che nel mio dialetto quando nasce un bambino si dice che ”la mamma se lo è comprato” sicuramente complica un po’ le cose…


 


Chiariamoci subito: quella non era una sorellina, quella non era neanche una bambina, quella era un mostro!


Più che urlare e strepitare a qualsiasi ora del giorno e della notte non faceva.


E poi, come si può giocare con qualcuno che non si può neanche toccare perché è piccola,


che ha sempre ragione perché è indifesa, perché non sa parlare, perché non sa camminare?


…comprarne una con meno difetti no?


 


Ma io non ero una bambina meravigliosa?


Evidentemente non ero più “abbastanza meravigliosa”…


 


Non avevo scelta:


spostarmi un po’ più in là a cercar qualcuno che mi trovasse ancora un po’ meravigliosa


ma soprattutto diventare sempre più brava, più buona , più educata in modo che la mamma potesse riconoscermi e venirmi a prendere per riportarmi a casa.


Una volta innescato il meccanismo è perverso, non si arresta.


E fu così che nel giro di pochi anni, 18 più meno, mi ritrovai quasi sul confine di stato.


E’ passato del tempo prima che cadessi rovinosamente pestando il muso…


Ma in cosa diavolo ero mai inciampata? Toh, una catena, ma di chi è?


 


Ancora una volta non avevo scelta:


 o restare attaccata alla catena o risalirla tutta fino... fino a dove? Fino a chi?


 


Maglia per maglia, come un alpinista, ho iniziato la mia risalita.


Prima con mano tremolante ed insicura, poi acquistando fiducia nella mia forza e nelle mie mani.


E a un certo punto mi sono addirittura concessa il lusso di sbagliare e di non continuare da sola, di farmi aiutare da altre mani:


mani amiche, mani sconosciute, mani innamorate…nei loro palmi mi rifletto e riesco a leggere il mio presente e sognare il mio futuro.


 


E più passa il tempo più mi avvicino al perno che regge la catena,


più mi avvicino al centro del mio cuore e più divento davvero io,


davvero meravigliosa!

lunedì 14 settembre 2009

Non é farina del mio sacco

ma é la verità.


Lui sparò a caso una parola vuota solo per spasso
e v'inciampò una donna.
(Nietzsche).


 

giovedì 20 agosto 2009

LA FANCIULLA SENZA MANI

Oggi vi racconto una favola:

Un mugnaio era caduto a poco a poco in miseria e non aveva più nulla all'infuori del suo mulino e, dietro, un grosso melo. Un giorno che era andato a far legna nel bosco gli si avvicinò un vecchio e gli disse: -Perché ti affanni a spaccar legna? Io ti farò ricco se in cambio mi prometti quello che c'è dietro al tuo mulino; fra tre anni verrò a prenderlo-.

"Che altro può essere se non il mio melo?" pensò il mugnaio; così acconsentì e s'impegnò per iscritto con lo sconosciuto, che se ne andò ridendo.
Quando il mugnaio tornò a casa, gli venne incontro la moglie e gli disse: -Di dove viene tutta questa ricchezza in casa nostra? Casse e cassoni sono pieni di roba, senza che nessuno sia venuto a portarla- Il mugnaio rispose: -Da un vecchio che ho incontrato nel bosco; in cambio mi sono impegnato a cedergli quello che c'è dietro il mulino-. -Ah, marito- disse la donna spaventata -ce la vedremo brutta: era il diavolo! E intendeva nostra figlia che spazzava il cortile dietro il mulino.
La figlia del mugnaio era una fanciulla bella e pia e visse quei tre anni nel timore di Dio e senza peccato. Quando venne il giorno in cui il maligno doveva prenderla, ella si lavò per bene e tracciò con il gesso un cerchio intorno a sé. Il diavolo comparve di buon mattino, ma non poté‚ avvicinarla. Incollerito disse al mugnaio: -Portale via tutta l'acqua, che non possa più lavarsi; così l'avrò in mio potere-. Atterrito, il mugnaio obbedì. Il giorno dopo il diavolo tornò, ma ella aveva pianto sulle sue mani, che erano pulitissime. Così non poté‚ avvicinarsi di nuovo e, furioso, disse al mugnaio: -Tagliale le mani; altrimenti non posso farle nulla-. Ma il padre inorridì e rispose: -Come potrei tagliare le mani a mia figlia!-. Allora il maligno lo minacciò e disse: -Se non lo fai, sei mio e prendo te-. Spaventato, il padre promise di obbedirgli. Andò dalla fanciulla e le disse: -Bimba mia, se non ti mozzo le mani, il diavolo mi porta via, e nello spavento gli ho promesso di farlo. Ti prego di perdonarmi-. Ella rispose: -Padre, fate di me ciò che volete, sono vostra figlia-. Porse le mani e se le lasciò mozzare. Il diavolo tornò per la terza volta, ma ella aveva pianto tanto e così a lungo sui moncherini che erano pulitissimi. Egli aveva perduto così ogni diritto su di lei e dovette andarsene. Il mugnaio le disse: -Per merito tuo ho guadagnato tante ricchezze che per tutta la vita voglio trattarti da regina-. Ma ella rispose: -Non posso rimanere qui; me ne andrò: creature pietose provvederanno di certo al mio bisogno-. Si fece legare i moncherini dietro la schiena e al levar del sole si mise in cammino e camminò tutto il giorno, fino a notte. Arrivò al giardino di una reggia dove, al chiaro di luna, vide degli alberi carichi di frutta; ma il giardino era circondato da un fosso. E siccome non aveva mangiato nulla per tutto il giorno e aveva tanta fame, pensò: "Ah, fossi là dentro e potessi mangiare un po' di quei frutti! Se no mi tocca morir di fame". Si inginocchiò, invocò il Signore e pregò. D'un tratto apparve un angelo che chiuse una cateratta, sicché‚ il fosso si prosciugò ed ella poté‚ attraversarlo. Entrò nel giardino e l'angelo la seguì. Vide un albero da frutta: erano belle pere, ma erano tutte contate. Ella si avvicinò e, per placare la fame, ne mangiò una staccandola con la bocca. Il giardiniere la vide ma, siccome c'era l'angelo, egli ebbe paura e pensò che la fanciulla fosse uno spettro; così non osò chiamare nè dir nulla. Dopo aver mangiato la pera ella fu sazia, e andò a nascondersi nel boschetto. Il mattino seguente venne il re cui apparteneva il giardino, contò le pere e, vedendo che ne mancava una, domandò al giardiniere dove fosse. Non era sotto l'albero, eppure non c'era più. Il giardiniere rispose: -La notte scorsa è venuto uno spettro senza mani e l'ha mangiata, staccandola con la bocca-. Il re disse: -Come ha fatto ad attraversare l'acqua, e dov'è andato?-. Il giardiniere rispose: -Un essere è venuto dal cielo, con una veste candida come la neve, e ha chiuso la cateratta prosciugando l'acqua. Doveva essere un angelo e io ho avuto paura, così non ho fatto domande nè ho chiamato. Poi lo spettro è scomparso di nuovo-. Il re disse: -Questa notte veglierò con te-. Quando fu buio il re si recò in giardino accompagnato da un prete che doveva rivolgere la parola allo spettro. Si sedettero tutti e tre sotto l'albero e attesero. A mezzanotte la fanciulla uscì dal boschetto, si avvicinò all'albero e mangiò un'altra pera, staccandola con la bocca; accanto a lei c'era l'angelo biancovestito. Allora il prete si fece avanti e disse: -Vieni dal cielo o dalla terra? Sei uno spettro o una creatura umana?-. -No- rispose ella -non sono uno spettro, ma una povera creatura che tutti hanno abbandonata.- Il re disse: -Se tutti ti hanno abbandonata, io non ti abbandonerò-. La prese con sè‚ nel suo castello, le fece fare due mani d'argento e, poiché‚ era tanto bella e buona, se ne innamorò e la prese come sua sposa. Un anno dopo, il re dovette partire per la guerra; raccomandò la giovane regina a sua madre, dicendole: -Quando partorirà abbiatene cura e scrivetemi subito-. La regina diede alla luce un bel bambino, e la vecchia madre si affrettò a scrivere al re per annunciargli la felice notizia. Ma per via il messo si riposò accanto a un ruscello e si addormentò. Allora venne il diavolo che cercava sempre di nuocere alla buona regina, e scambiò la lettera con un'altra in cui si diceva che la regina aveva messo al mondo un mostro. Quando il re lesse la lettera si spaventò e si rattristò profondamente, ma rispose che dovevano avere cura della regina fino al suo ritorno. Il messaggero ripartì con la lettera, ma si riposò nello stesso luogo e si addormentò un'altra volta. Allora tornò il diavolo e gli mise in tasca un'altra lettera nella quale era scritto che uccidessero la regina e il bambino. Quando la vecchia madre ricevette la lettera, inorridì e scrisse al re ancora una volta, ma non ricevette altra risposta, perché‚ ogni volta il diavolo dava al messo una lettera falsa e, nell'ultima, ordinava addirittura di conservare la lingua e gli occhi della regina come prova della sua morte. Ma la vecchia madre piangeva all'idea che fosse versato quel sangue innocente; così mandò a prendere, di notte, una cerva, le strappò la lingua e gli occhi e li mise da parte. Poi disse alla regina: -Non posso farti uccidere, ma non puoi più fermarti qui: va' per il mondo con il tuo bambino e non ritornare-. Le legò il bambino sul dorso, e la povera donna se ne andò con gli occhi pieni di lacrime. Arrivò in una grande foresta selvaggia; si inginocchiò a pregare e le apparve l'angelo che la condusse a una casetta sulla quale era una piccola insegna che diceva: -Qui si alloggia gratuitamente-. Dalla casetta uscì una fanciulla bianca come la neve che disse: -Benvenuta, Maestà!- e la fece entrare. Le tolse il bimbo dalla schiena e glielo pose al seno, perché poppasse, poi lo mise in un bel lettino già pronto. Allora la povera donna disse: -Come sai che ero una regina?-. La fanciulla bianca rispose: -Sono un angelo mandato da Dio per avere cura di te e del tuo bambino-. Ed ella visse sette anni nella casetta, sotto la tutela dell'angelo, e per la sua devozione, Dio le fece la grazia e le ricrebbero le mani. Intanto il re, quando rientrò a casa, volle vedere sua moglie e il suo bambino. Allora la vecchia madre si mise a piangere e disse: -Uomo malvagio, perché‚ mi hai scritto di uccidere due innocenti creature?-. Gli mostrò le due lettere scambiate dal diavolo e soggiunse: -Ho fatto quanto hai ordinato- e gli mostrò, come prova, la lingua e gli occhi. Allora il re si mise a piangere ancora più amaramente sulla sua povera moglie e sul figlioletto, tanto che la vecchia madre si impietosì e gli disse: -Rallegrati, è ancora viva: ho fatto uccidere di nascosto una cerva da cui ho tolto le prove; ma a tua moglie ho legato il bambino sul dorso, e le ho detto che andasse per il mondo e che promettesse di non tornare mai più, poiché‚ tu eri così adirato con lei-. Allora il re disse: -Camminerò fin dove il cielo è azzurro e non mangerò nè berrò finché non avrò ritrovato la mia cara moglie e il mio bambino, se non sono morti di fame-. Così errò qua e là per sette anni, cercandola per tutte le rupi; ma non la trovò e pensava che fosse morta. Per tutto quel tempo, non mangiò nè bevve nulla. Alla fine giunse nella grande foresta e trovò la casettina con l'insegna che diceva: -Qui si alloggia gratuitamente-. La fanciulla bianca uscì, lo prese per mano e lo fece entrare dicendo: -Benvenuta, Maestà!- e gli domandò di dove venisse. Egli rispose: -Sono quasi sette anni che vado in giro alla ricerca di mia moglie e del suo bambino, ma non riesco a trovarli; saranno morti di fame!-. L'angelo gli offrì da mangiare e da bere, ma egli non prese nulla e volle soltanto riposarsi un poco. Si mise a dormire, coprendosi il volto con un fazzoletto. Allora l'angelo andò nella camera dov'era la regina con il bimbo, che ella soleva chiamare Doloroso, e le disse: -Vieni con il tuo bambino, è giunto il tuo sposo-. La donna andò dove egli dormiva, e il fazzoletto gli cadde dal volto. Allora ella disse: -Doloroso, raccogli il fazzoletto a tuo padre e coprigli di nuovo il volto-. Il bimbo lo raccolse e gli coprì il volto. Ma il re l'udì nel dormiveglia e lasciò cadere apposta di nuovo il fazzoletto. Allora ella disse nuovamente: -Doloroso, raccogli il fazzoletto a tuo padre e coprigli di nuovo il volto-. Il bambino s'impazientì e disse: -Cara madre, come posso coprire il volto a mio padre se non ho padre sulla terra? Come potrei conoscere un uomo così selvaggio? Non è mio padre!-. In quel mentre il re si rizzò a sedere e chiese alla donna chi fosse. Ella disse: -Sono tua moglie, e questo è tuo figlio Doloroso-. Ma egli vide che aveva le mani vere e disse: -Mia moglie ha mani d'argento-. E l'angelo andò nella sua camera, prese le mani d'argento e le mostrò al re. Allora egli fu certo che quelli erano proprio la sua cara moglie e il suo caro figlio, e li baciò tutto contento. L'angelo di Dio li cibò ancora una volta insieme, poi andarono a casa dalla vecchia madre. Vi fu gran gioia ovunque e il re e la regina celebrarono nuovamente le nozze e vissero felici fino alla loro santa morte.


...Poi ne parliamo...

giovedì 6 agosto 2009

NO NO E NO

Credo sia la prima cosa che un bambino impara a dire: NO!
Escludendo, certo,  il classicone "mamma" che va in associazione con "fame" e "cibo".


NO perché?
E' la cosa che gli adulti ti dicono più spesso?
E' il modo, il primo e forse anche l'unico che hai, per affermare e imporre (se e quando ci riesci) la tua volontà? la tua identità?


Da adulto ad adulto, teoria e tecnica del no.
Dietro a un no, detto o taciuto, spiegato o sbattuto violentemente in faccia, c'é il mondo!
Paura del rifiuto. Paura di perdere irrimediabilmente qualcosa o qualcuno.
Se ti dico di si, se sarò una brava bimba, tu mi vorrai più bene?


Per dire un no a testa alta, ma non a muso duro, bisogna essere ben saldi sulle gambe!
NO, NO E NO!!!


 

lunedì 20 luglio 2009

QUESTIONI DI TESTA

Io esisto


Io sono


Io posso


Io amo


Forza e Sentimento, binomio inscindibile per la piena realizzazione: Il guerriero!!! Verde e Oro!!!


E Io penso, quanto penso...


Invece é incredibile quanta meraviglia possa venir fuori dal fare. Certo, non é un procedere a tentoni(anche se si lavora un pò al buio, da dentro, eppure non é alla cieca, si lavora sfruttando sensi ed abilità diverse). Un lungo cammino ti ha portato fin lì. Come ci sei arrivata -sospinta dal fato? Attratta dalla necessità?-al cospetto di te stessa?


Il viaggio non finisce, il lavoro é ancora lungo, ancora abbiamo troppe cose da sistemare e ancora tutto da dirci...

lunedì 13 luglio 2009

IL MIO BARBABLU'!

Sono stanca, tanto per cominciare! Pensare, ripensare, fumare, rigirarsi, ripensare, incazzarsi h24 logora.


Sono incazzata con me e col mondo...per non far torto a nessuno.


Sono sulla riva del fiume e guardo le rapide agitarsi sotto di me. Sono a un passo dal tuffarmi dritto dritto nel gorgo.


E allora mi concentro sul fiume, sul fiume di lacrime versate. Quel pianto matto e disperato, incontrollabile. Non avevo mai pianto così e non avevo mai pianto così tanto! RICORDATENE! E' il pianto di una bambina che mendica l'amore dei genitori, che implora che le si volgia bene per ciò che é anche se ciò che é  lei non lo sa. Sa solo che deve essere un pò più buona, un pò più brava, un pò più composta, un pò più educata, un pò più affettuosa, un pò più simpatica, un pò più accondiscendente. Questo amore se lo deve meritare.


Gran brutta cosa colludere con la bambina ferita!


Eppure mi piace raccontarmi questa storia:


C'era una volta una donna che incontrò un uomo (niente principi e soprattutto non azzurri, per carità!) Quest'uomo la portò nel suo castello, la accolse, la fece mettere a suo agio e le spalancò le tutte le porte....tutte tranne una! Non le disse niente ma il discorso era chiaro (la solita vecchia storia) c'era una stanza proibita in quel castello. Come tutte le stanze proibite certo sulla porta non c'era scritto  "qui non ti puoi avvicinare"! Eppure bisognava starne lontano! Ma mantenere le distanze non é cosa facile, é un problema di misura e per effettuate le misure ci vogliono metodo e strumenti. Vicina, troppo vicina...Ed ecco che l'uomo, una volta che l'ebbe a portata di mano, forse perchè la vedeva troppo grande, comincio a pensare a come ridurla e la prima cosa che gli venne in mente fu "vediamo se riesco a farla a pezzettini". Armato dei suoi coltelli più affilati (perché l'uomo ha una sorta di venerazione per i suoi coltelli ben affilati!) iniziò un'opera meticolosissima. La donna si fece sempre più piccina, sempre più lontana, ma questo non é bastato a salvarla!

giovedì 25 giugno 2009

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Inutile illudersi: non imparerò mai!


a difendermi,


a non espormi,


a non aggrapparmi ad un filo di speranza,


a non illudermi per quell'unico raggio di sole che s'insinua con l'apertura di uno spiraglio,


a non metterci dentro le mani nello spiraglio,


a non metterci dentro il cuore!

mercoledì 17 giugno 2009

MA CHI L'HA DETTO CHE LE STELLE STANNO A GUARDARE!

Con il primo, e forse ultimo, barlume di saggezza scegliamo il nostro cielo.


TRASFORMAZIONE: parole chiave dell'immane lavoro che mi ha portata fin qui.


TRANSIZIONE: sono nel tartato...finalmente!E chi l'avrebbe mai detto che il peggio é passato...


Le regole le ho imparate, la logica ormai la conosco, il risultato non mi interessa più.


SOLO FLUIRE nella giusta direzione, tutto sta andando come deve andare.


AFFIDARSI alle energie che ho scelto e che sto ricevendo, come per farmi trasportare galleggiando.


REALIZZAZIONE: Diventare ciò che sono!


RELAZIONE: Questo é il "luogo" in cui posso svelare il mio destino.


RAGIONE ED EMOZIONE: Questo sarà lo scontro trai miei titani. Non può, non deve!, vincere nessuno dei due; la vittoria sarà equilibrio e integrazione.


AEROSOL: Saturno e Plutone