giovedì 15 ottobre 2009

STORIE A VELA

Seduta a cavalcioni del paramare guardavo le vele e gli scampoli di cielo ritagliati tra l'albero e le sartie.
Sentivo tutto: il rumore del mare, lo sbattere delle vele, le voci dei miei compagni, i comandi del capitano.
Anche il mio corpo era allerta, pronto a svolgere il suo compito in armonia col vento, col mare e con il resto della ciurma.

Un compito semplice stare alle volanti,
segui la randa ed eviti di darle fastidio e quando lei se ne va tu cazzi.

La barca come la vita, come questa storia.

Tracciare la rotta
sentire il vento
bordeggiare...

per andare per mare
serve un punto d'arrivo, una meta condivisa
serve saper accettare che se cambia il vento il viaggio cambia, ma non si interrompe
serve competenza
serve fiducia

questo pensavo, con tutti i sensi allerta
mentre con la coda dell'occhio  vedevo ondeggiare pericolosamente il bozzello

cazzo, allora

prima che m'arrivi in testa.


 

1 commento:

  1. Buondì,
    sono Bak,
    incuriosito ho navigato sui ricordi del mare,
    trovando finalmente rifugio nella tua baia.
    Rimango in rada e osservo....
    Ormeggio solo per un attimo, giusto il tempo di respirare.
    Ecco, ora tolgo il disturbo, ringrazio e vado via.

    Saluti,
    Bak.

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