certe cose, finche le hai dentro e le provi solo tu sono magiche, sono enormi, sono piene di significati. appena provi a tradurle in parole perdono la loro magia e alle orecchie degli altri sembrano piccole ed insignificanti. certe cose è meglio tenerle per se stessi, che gli altri non le capirebbero.
@franci parole sante:-) il nocciolo della faccenda è proprio quello: ci sono cose che, per mantenere la loro magia, non devono essere nominate, ci sono parole che se te le tieni in bocca e le fai rotolare come se fossero caramelle riescono a mantenere a lungo la loro dolcezza... pronunciarle sarebbe come morderle.
Non volevo ledere il suo sentimento, messo in quella poesia. Ho apprezzato la sua risposta.
Mi voglio fare perdonare da lei.
Questo è il mio commento alla sua poesia: "A volte ci si illude di poter trovare la felicità con un'altra persona ma non si sa che prima di tutto bisogna cercarla dentro di se..."
grazie, per entrambi i commenti. del primo ho apprezzato la decontestualizzazione(non so se è il termine pi giusto ma concedimelo) e mi è venuto spontaneo rispondere "in stile" del secondo l'innegabile verità.
senza bisogno di chiedere e concedere alcun perdono, torna a trovarmi e a dire ciò che to va che è sempre un piacere
le parole ci fregano un pochino...i sensi, l'abbandono non hanno bisogno infatti della mediazione della parte di sopra, quella mente che ,se a volte ci aiuta, a volte ci ostacola...si forse è meglio non dirlo...anche perchè non serve...
Buona sera, cinciampai
RispondiEliminaIl silenzio e d'oro... infatti, "luparadiso", deriva dalla lupara.
Con osservanza, Edoardoprimo
@Edoardoprimo
RispondiEliminabaciamo le mani.
certe cose, finche le hai dentro e le provi solo tu sono magiche, sono enormi, sono piene di significati. appena provi a tradurle in parole perdono la loro magia e alle orecchie degli altri sembrano piccole ed insignificanti.
RispondiEliminacerte cose è meglio tenerle per se stessi, che gli altri non le capirebbero.
@franci
RispondiEliminaparole sante:-)
il nocciolo della faccenda è proprio quello:
ci sono cose che, per mantenere la loro magia, non devono essere nominate,
ci sono parole che se te le tieni in bocca e le fai rotolare come se fossero caramelle riescono a mantenere a lungo la loro dolcezza...
pronunciarle sarebbe come morderle.
Buon pomeriggio, cinciampai.
RispondiEliminaNon volevo ledere il suo sentimento, messo in quella poesia.
Ho apprezzato la sua risposta.
Mi voglio fare perdonare da lei.
Questo è il mio commento alla sua poesia:
"A volte ci si illude di poter trovare la felicità con un'altra persona ma non si sa che prima di tutto bisogna cercarla dentro di se..."
Con osservanza, Edoardoprimo
@Edoardoprimo
RispondiEliminagrazie, per entrambi i commenti.
del primo ho apprezzato la decontestualizzazione(non so se è il termine pi giusto ma concedimelo) e mi è venuto spontaneo rispondere "in stile"
del secondo l'innegabile verità.
senza bisogno di chiedere e concedere alcun perdono,
torna a trovarmi e a dire ciò che to va
che è sempre un piacere
a presto
e questa e' poesia...
RispondiEliminale parole ci fregano un pochino...i sensi, l'abbandono non hanno bisogno infatti della mediazione della parte di sopra, quella mente che ,se a volte ci aiuta, a volte ci ostacola...si forse è meglio non dirlo...anche perchè non serve...
RispondiElimina@starmorning
RispondiEliminala mente...mente!
è fatta posta
insinua un pensiero e lo lascia lì
fino a quando non può dirti "te l'avevo detto"
e allora si, meglio non dire:-)
grazie per la visita
@pensierincorso
RispondiEliminagrazie