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lunedì 11 gennaio 2010

SEMPLICITA'

Zuppa di Porri e Patate

Metti una serata a casa
una di quelle come tante e forse come nessuna
una di quelle che non capitavano da tanto, troppo tempo.

Voglia di provar a fare cose nuove ma che abbiano il sapore della quotidianità
voglia di cose semplici.

Scalogno appena stufato
porri tagliati a rondelle
patate tagliate a tocchetti
brodo vegetale quanto basta.

Tappi tutto
ti metti in poltrona
acciuffi un plaid
ti accoccoli
ti guardi un film
e aspetti.

Quando il profumo comincia a diffondersi per la casa
ti alzi e vai a controllare.

Se tutto è cotto
aggiungi le spezie
(erba cipollina, peperoncino, maggiorana...un bel mix, tutto secco)
e frulli
fai bollire ancora un pò perchè si amalgamino i sapori e la zuppa acquisti la giusta consistenza

nel frattempo metti un pò di burro in un tegamino antiaderente, affetti il pane
e prepari un pò di crostini.

C'è chi i crostini li mette sul fondo del piatto
chi a guarnire la zuppa già scodellata
Che ognuno si senta giustamente soddisfatto!

Una macinatina di pepe
un pò di sale se manca
un filo d'olio.

E buon appetito!
E grazie per questa zuppa
perchè non siano netti i confini tra il braccio la mente e il cuore.
 

giovedì 10 dicembre 2009

PIENEZZA

Non ce n'è,
sono tanta e sono tante cose.


Quando amo amo
quando sono felice danzo salto e volteggio
quando mi sento leggera cammino ad almeno un metro da terra
quando sono triste piango tutte le mie lacrime
quando mi sento pesante sprofondo fino al centro della terra
quando mi incazzo so essere una furia
quando ho paura mi si gela il sangue nelle vene
quando decido di lanciare una sfida non mi piego e non mi spezzo
quando mangio mangio
quando bevo bevo
quando do do tutto, fino in fondo
quando vado via è per non tornare più
....quando vado via...


 

lunedì 30 novembre 2009

L'ERBA VOGLIO...

Vorrei immergermi in una vasca d'acqua calda
ad occhi chiusi lasciarmi galleggiare
i penseri disciolti in una nuvola di vapore.


Vorrei trovarmi sotto una cascata
sentire la forza dell'acqua che scivola sulla testa, sul collo, lungo la schiena,
che scioglie ogni tensione e porta via ogni peso.


Vorrei chiudere gli occhi e ritrovarmi come d'incanto a Pantelleria
rannicchiata nel ventre caldo, umido, accogliente e protettivo della madre terra
la testa tra le ginocchia
nelle orecchie solo il tamburo del mio cuore.


 

mercoledì 25 novembre 2009

MI GIRANO I MARRONI

Qualche tempo fa mia madre mi ha mandato "un pacco"!
Un pacco postale, di quelli di cartone, con dentro un "pòdicosebuonechelànoncisono"
e tra questi beni di difficile reperibilità ecco arrivare 6 buste di castagne
(rigorosamente sottovuoto, così si mantengono).

Per la cronaca è arrivata anche una confezione di caffè Lavazza qualità rossa da 250g-
ma "solo perchè bisognava bilanciare il pacco", ci ha tenuto a specificare la genitrice/nutrice.

Sono stata colta dal panico!
E poi, vuoi per l'ansia di liberarmi, vuoi per la noia, vuoi perchè le occasioni si creano  e a volte si distruggono, vuoi perchè a volte le cose vanno così e basta  ecco arrivare l'idea:

TARTUFI DI CASTAGNE!

Si mettono a bollire le castagne (sbucciate, ma non proprio pelate)
con tanti odori buoni buoni buoni
cannella(rigorosamente in stecca)
alloro
semi di finocchio
chiodi di garofano
un pizzichino di sale, ma proprio q.b.

E si aspetta...
e mentre per la casa si diffonde l'odor della cannella che fa così festa, così calore...così casa, appunto!...
si può fare ciò che si vuole, meglio sarebbe non litigare o non tirar fuori discorsi pesi
che poi da fare ce n'è ancora tanto.

E quando le castagne cominciano a disfarsi si scolano

E non appena raggiungono una temperatura sopportabile per i poveri polpastrelli
(tanto se non c'è nessuno pronto a soffiare e a darti i bacini sulla punta delle dita non c'è motivo di soffrire,e neanche di far finta!) 
si toglie la pellicina
e poi si passa tutto al setaccio (il passaverdure della nonna funziona dadiooooo)

E poi si mette tutto in frigo a raffreddare un pochino

Alla passata di castegne ormai fredda si aggiunge
un pò di mascarpone (più o meno 1 parte di mascarpone per 5 parti di castagne)
un pò di zucchero (q.b....proprio come il sale)
e zucchero vanigliato.

E poi si mette tutto in frigo ancora per un pò, che tutto quel girare, rimestare ha scaldato un pò gli animi!

Mai disperare, che a questo punto, di questa ricetta, si vede ormai la fine:
si fanno delle palline di crema di castagna
(palline, mi raccomando, armatevi di santa pazienza e contenete le dimensioni)
e poi si girano e si rigirano nel cacao,
rigorosamente
amaro!

che questa ricetta finisca "amaramente", credetemi, non è un caso

perchè l'amaro non si attacchi al palato,
perchè il gusto morbido e dolce del cuore di crema venga fuori,
perchè si sentano, morbidi, tutti i profumi,

rum, rum e ancora rum!










 

lunedì 9 novembre 2009

E IO CHE CREDEVO

che con tutta l'acqua che stava venendo giù potessero spuntarmi le branchie da un momento all'altro!


Altro che branchie!
codina a tirebouchon,
orecchie un pò pendule,
un gran bel musino,
e rosa, rosa, tutta rosa!


la maiala
lo sapevo che prima o poi mi pizzicava quella tr.....  scr....


 

venerdì 16 ottobre 2009

PERCEZIONE

che non è sensazione.


Sensazione è "oggettiva" e comparabile.
Se é caldo é caldo, se é freddo é freddo, se é liscio é liscio...rassicurante!


Percezione è soggettiva, percezione é tutto ciò che sei e che sei stato fino a quel momento.
Percezione parla di te.


La tua mano é piccola, bella
viene voglia di tenerla stretta
ma sarà perché è così piccola che non viene da chiedere, piuttosto viene voglia di dare.

venerdì 25 settembre 2009

MEMENTO 6bis

Quando esci dalla piscina:


asciugati bene i capelli,
tieni chiuso il finestrino dell'auto,


se no ti viene il torcicollo e fanculo tutto il benessere psicofico!

martedì 15 settembre 2009

RAKU

Raku


La mia prima cottura Raku.
Raku é rito, Raku é mistero.


Terra-l'argilla ed i metalli degli smalti
Fuoco-la cottura, lenta, fino a 950°
Aria-in ossidazione e riduzione gli smalti rivelano il loro colore
Acqua- per raffreddare
Tutti gli elementi sono necessari per la creazione di un'opera che é unica e irripetibile.


Il Raku richiede, pazienza, fiducia, apertura.


Si sceglie il colore ma lo smalto crudo ha colori del tuttl balzani...ci devi credere che quello sarà verde.
E che verde sarà?
Dipende!
Dipende dall'argilla, dipende dall'interazione con altri smalti, dipende dalla temperatura, dipende dall'esposizione all'ossigeno.

Tu non puoi che scegliere il tuo colore e crederci, accettando il mistero e la meraviglia di ciò che sarà.


Mi piacerebbe saper vivere così...
Scegliendo il colore con cui tingere il mio spirito, il mio corpo, il mio umore
E accettare
accettare che cambi, accettare che si mischi coi colori degli altri, accettare che acquisti bagliori metallici!


 


 


 

mercoledì 2 settembre 2009

ACQUOLINA

Quando odori, sapori, consistenze si riaffacciano alla memoria.
E non é un ripescare informazioni da una non ben definita area del mio disordinato cervellino.
E' una memoria fisica, é tutto il corpo, che si riaccende.


E allora ricordo e immagino,
pregusto e preannuso,
affetto e trito,
impasto e spalmo,
assaggio e mi faccio assaggiare...


 

martedì 25 agosto 2009

Pensieri e Risotti

Ieri sera avevo proprio voglia di cucinare, da troppo tempo non lo facevo.


Avevo la giusta fame
né troppo poca, che non ti vien voglia di niente in particolare,
né troppa, che non puoi proprio aspettare,
per un risotto.


E mi é venuto in mente quel risotto buono buono che preparava sempre una mia compagna di università:
il risotto delle occasioni speciali, quello che lei preparava solo per la CUMPA!
La cura con cui lo preparava era maniacale: l'ultima volta ho girato con lei non so quanti supermercati per trovare il pecorino romano perfetto!


Ingredienti:
scalogno, riso, dado vegetale-quelli non mancano mai;
pomodori freschi -quelli mancavano ma ho deciso che si possono tranquillamente sostiture con i pezzettoni in barattolo (basta non dirlo alla B@);
pancetta-ce l'ho;
maggiorana-ce l'ho;
pecorino romano-ce l'ho!


All'opera:
avvio il brodo( e su questo non mi dilungo....)
affetto con cura lo scalogno che non é come la cipolla quindi, per questa sera, niente lacrime!
e lo metto a rolosare con l'olio (poco) e la pancetta.
poi aggiungo il riso e lo faccio tostare.

Dovrei aggiungere la maggiorana ma ooooooops mi accorgo che l'ho finita...
Non c'é tempo per pensare, mi si attacca tutto, dal cesto delle spezie sorteggio il timo:mi piace!

La prima mestolata di brodo ed é tutto uno sfrigolare.
Mi piace sempre questo momento perché é il segnale di inizio dell'attesa.
Comincio a girare e mi sento un pò una strega col suo calderone.
Un bicchiere di vino, sigaretta, e i pensieri fluiscono piani, seguendo il ritmo lento della cottura, salgono lenti nel fumo e nel vapore.


A metà cottura aggiungere i pomodori.
Saggio e risaggio, controllo.
A fine cottura aggiungere il pecorino romano.


E ti pareva: il pecorino non ce l'ho...
Non posso perdere tempo, il grana andrà benissimo!

Riposiamo entrambi, io e il risotto.


Non era proprio "quel" risotto perfetto, ma era senza dubbio il mio ottimo risotto.
L'arte di arrangiarsi, di improvvisare, di creare nuove meraviglie con quello che si ha...



 




 

giovedì 20 agosto 2009

LA FANCIULLA SENZA MANI

Oggi vi racconto una favola:

Un mugnaio era caduto a poco a poco in miseria e non aveva più nulla all'infuori del suo mulino e, dietro, un grosso melo. Un giorno che era andato a far legna nel bosco gli si avvicinò un vecchio e gli disse: -Perché ti affanni a spaccar legna? Io ti farò ricco se in cambio mi prometti quello che c'è dietro al tuo mulino; fra tre anni verrò a prenderlo-.

"Che altro può essere se non il mio melo?" pensò il mugnaio; così acconsentì e s'impegnò per iscritto con lo sconosciuto, che se ne andò ridendo.
Quando il mugnaio tornò a casa, gli venne incontro la moglie e gli disse: -Di dove viene tutta questa ricchezza in casa nostra? Casse e cassoni sono pieni di roba, senza che nessuno sia venuto a portarla- Il mugnaio rispose: -Da un vecchio che ho incontrato nel bosco; in cambio mi sono impegnato a cedergli quello che c'è dietro il mulino-. -Ah, marito- disse la donna spaventata -ce la vedremo brutta: era il diavolo! E intendeva nostra figlia che spazzava il cortile dietro il mulino.
La figlia del mugnaio era una fanciulla bella e pia e visse quei tre anni nel timore di Dio e senza peccato. Quando venne il giorno in cui il maligno doveva prenderla, ella si lavò per bene e tracciò con il gesso un cerchio intorno a sé. Il diavolo comparve di buon mattino, ma non poté‚ avvicinarla. Incollerito disse al mugnaio: -Portale via tutta l'acqua, che non possa più lavarsi; così l'avrò in mio potere-. Atterrito, il mugnaio obbedì. Il giorno dopo il diavolo tornò, ma ella aveva pianto sulle sue mani, che erano pulitissime. Così non poté‚ avvicinarsi di nuovo e, furioso, disse al mugnaio: -Tagliale le mani; altrimenti non posso farle nulla-. Ma il padre inorridì e rispose: -Come potrei tagliare le mani a mia figlia!-. Allora il maligno lo minacciò e disse: -Se non lo fai, sei mio e prendo te-. Spaventato, il padre promise di obbedirgli. Andò dalla fanciulla e le disse: -Bimba mia, se non ti mozzo le mani, il diavolo mi porta via, e nello spavento gli ho promesso di farlo. Ti prego di perdonarmi-. Ella rispose: -Padre, fate di me ciò che volete, sono vostra figlia-. Porse le mani e se le lasciò mozzare. Il diavolo tornò per la terza volta, ma ella aveva pianto tanto e così a lungo sui moncherini che erano pulitissimi. Egli aveva perduto così ogni diritto su di lei e dovette andarsene. Il mugnaio le disse: -Per merito tuo ho guadagnato tante ricchezze che per tutta la vita voglio trattarti da regina-. Ma ella rispose: -Non posso rimanere qui; me ne andrò: creature pietose provvederanno di certo al mio bisogno-. Si fece legare i moncherini dietro la schiena e al levar del sole si mise in cammino e camminò tutto il giorno, fino a notte. Arrivò al giardino di una reggia dove, al chiaro di luna, vide degli alberi carichi di frutta; ma il giardino era circondato da un fosso. E siccome non aveva mangiato nulla per tutto il giorno e aveva tanta fame, pensò: "Ah, fossi là dentro e potessi mangiare un po' di quei frutti! Se no mi tocca morir di fame". Si inginocchiò, invocò il Signore e pregò. D'un tratto apparve un angelo che chiuse una cateratta, sicché‚ il fosso si prosciugò ed ella poté‚ attraversarlo. Entrò nel giardino e l'angelo la seguì. Vide un albero da frutta: erano belle pere, ma erano tutte contate. Ella si avvicinò e, per placare la fame, ne mangiò una staccandola con la bocca. Il giardiniere la vide ma, siccome c'era l'angelo, egli ebbe paura e pensò che la fanciulla fosse uno spettro; così non osò chiamare nè dir nulla. Dopo aver mangiato la pera ella fu sazia, e andò a nascondersi nel boschetto. Il mattino seguente venne il re cui apparteneva il giardino, contò le pere e, vedendo che ne mancava una, domandò al giardiniere dove fosse. Non era sotto l'albero, eppure non c'era più. Il giardiniere rispose: -La notte scorsa è venuto uno spettro senza mani e l'ha mangiata, staccandola con la bocca-. Il re disse: -Come ha fatto ad attraversare l'acqua, e dov'è andato?-. Il giardiniere rispose: -Un essere è venuto dal cielo, con una veste candida come la neve, e ha chiuso la cateratta prosciugando l'acqua. Doveva essere un angelo e io ho avuto paura, così non ho fatto domande nè ho chiamato. Poi lo spettro è scomparso di nuovo-. Il re disse: -Questa notte veglierò con te-. Quando fu buio il re si recò in giardino accompagnato da un prete che doveva rivolgere la parola allo spettro. Si sedettero tutti e tre sotto l'albero e attesero. A mezzanotte la fanciulla uscì dal boschetto, si avvicinò all'albero e mangiò un'altra pera, staccandola con la bocca; accanto a lei c'era l'angelo biancovestito. Allora il prete si fece avanti e disse: -Vieni dal cielo o dalla terra? Sei uno spettro o una creatura umana?-. -No- rispose ella -non sono uno spettro, ma una povera creatura che tutti hanno abbandonata.- Il re disse: -Se tutti ti hanno abbandonata, io non ti abbandonerò-. La prese con sè‚ nel suo castello, le fece fare due mani d'argento e, poiché‚ era tanto bella e buona, se ne innamorò e la prese come sua sposa. Un anno dopo, il re dovette partire per la guerra; raccomandò la giovane regina a sua madre, dicendole: -Quando partorirà abbiatene cura e scrivetemi subito-. La regina diede alla luce un bel bambino, e la vecchia madre si affrettò a scrivere al re per annunciargli la felice notizia. Ma per via il messo si riposò accanto a un ruscello e si addormentò. Allora venne il diavolo che cercava sempre di nuocere alla buona regina, e scambiò la lettera con un'altra in cui si diceva che la regina aveva messo al mondo un mostro. Quando il re lesse la lettera si spaventò e si rattristò profondamente, ma rispose che dovevano avere cura della regina fino al suo ritorno. Il messaggero ripartì con la lettera, ma si riposò nello stesso luogo e si addormentò un'altra volta. Allora tornò il diavolo e gli mise in tasca un'altra lettera nella quale era scritto che uccidessero la regina e il bambino. Quando la vecchia madre ricevette la lettera, inorridì e scrisse al re ancora una volta, ma non ricevette altra risposta, perché‚ ogni volta il diavolo dava al messo una lettera falsa e, nell'ultima, ordinava addirittura di conservare la lingua e gli occhi della regina come prova della sua morte. Ma la vecchia madre piangeva all'idea che fosse versato quel sangue innocente; così mandò a prendere, di notte, una cerva, le strappò la lingua e gli occhi e li mise da parte. Poi disse alla regina: -Non posso farti uccidere, ma non puoi più fermarti qui: va' per il mondo con il tuo bambino e non ritornare-. Le legò il bambino sul dorso, e la povera donna se ne andò con gli occhi pieni di lacrime. Arrivò in una grande foresta selvaggia; si inginocchiò a pregare e le apparve l'angelo che la condusse a una casetta sulla quale era una piccola insegna che diceva: -Qui si alloggia gratuitamente-. Dalla casetta uscì una fanciulla bianca come la neve che disse: -Benvenuta, Maestà!- e la fece entrare. Le tolse il bimbo dalla schiena e glielo pose al seno, perché poppasse, poi lo mise in un bel lettino già pronto. Allora la povera donna disse: -Come sai che ero una regina?-. La fanciulla bianca rispose: -Sono un angelo mandato da Dio per avere cura di te e del tuo bambino-. Ed ella visse sette anni nella casetta, sotto la tutela dell'angelo, e per la sua devozione, Dio le fece la grazia e le ricrebbero le mani. Intanto il re, quando rientrò a casa, volle vedere sua moglie e il suo bambino. Allora la vecchia madre si mise a piangere e disse: -Uomo malvagio, perché‚ mi hai scritto di uccidere due innocenti creature?-. Gli mostrò le due lettere scambiate dal diavolo e soggiunse: -Ho fatto quanto hai ordinato- e gli mostrò, come prova, la lingua e gli occhi. Allora il re si mise a piangere ancora più amaramente sulla sua povera moglie e sul figlioletto, tanto che la vecchia madre si impietosì e gli disse: -Rallegrati, è ancora viva: ho fatto uccidere di nascosto una cerva da cui ho tolto le prove; ma a tua moglie ho legato il bambino sul dorso, e le ho detto che andasse per il mondo e che promettesse di non tornare mai più, poiché‚ tu eri così adirato con lei-. Allora il re disse: -Camminerò fin dove il cielo è azzurro e non mangerò nè berrò finché non avrò ritrovato la mia cara moglie e il mio bambino, se non sono morti di fame-. Così errò qua e là per sette anni, cercandola per tutte le rupi; ma non la trovò e pensava che fosse morta. Per tutto quel tempo, non mangiò nè bevve nulla. Alla fine giunse nella grande foresta e trovò la casettina con l'insegna che diceva: -Qui si alloggia gratuitamente-. La fanciulla bianca uscì, lo prese per mano e lo fece entrare dicendo: -Benvenuta, Maestà!- e gli domandò di dove venisse. Egli rispose: -Sono quasi sette anni che vado in giro alla ricerca di mia moglie e del suo bambino, ma non riesco a trovarli; saranno morti di fame!-. L'angelo gli offrì da mangiare e da bere, ma egli non prese nulla e volle soltanto riposarsi un poco. Si mise a dormire, coprendosi il volto con un fazzoletto. Allora l'angelo andò nella camera dov'era la regina con il bimbo, che ella soleva chiamare Doloroso, e le disse: -Vieni con il tuo bambino, è giunto il tuo sposo-. La donna andò dove egli dormiva, e il fazzoletto gli cadde dal volto. Allora ella disse: -Doloroso, raccogli il fazzoletto a tuo padre e coprigli di nuovo il volto-. Il bimbo lo raccolse e gli coprì il volto. Ma il re l'udì nel dormiveglia e lasciò cadere apposta di nuovo il fazzoletto. Allora ella disse nuovamente: -Doloroso, raccogli il fazzoletto a tuo padre e coprigli di nuovo il volto-. Il bambino s'impazientì e disse: -Cara madre, come posso coprire il volto a mio padre se non ho padre sulla terra? Come potrei conoscere un uomo così selvaggio? Non è mio padre!-. In quel mentre il re si rizzò a sedere e chiese alla donna chi fosse. Ella disse: -Sono tua moglie, e questo è tuo figlio Doloroso-. Ma egli vide che aveva le mani vere e disse: -Mia moglie ha mani d'argento-. E l'angelo andò nella sua camera, prese le mani d'argento e le mostrò al re. Allora egli fu certo che quelli erano proprio la sua cara moglie e il suo caro figlio, e li baciò tutto contento. L'angelo di Dio li cibò ancora una volta insieme, poi andarono a casa dalla vecchia madre. Vi fu gran gioia ovunque e il re e la regina celebrarono nuovamente le nozze e vissero felici fino alla loro santa morte.


...Poi ne parliamo...

giovedì 30 luglio 2009

ALTALENA

sarà quel senso di vuoto...


in campagna, per me fu un successone.


E poi a scuola, una facciata storica e una mazzata sul coppino epica...mi ricordo la sensazione orribile di non poter poggiare la testa sul cuscino. Mi sentivo come se il cervello potesse muoversi e sobbalzare all'interno della mia povera scatola cranica...e non ho detto niente, per paura.


Rientro in solitaria da un aperitivo di salvataggio, alla fermata del tram fumo e mi stringo le braccia nemmeno fosse gennaio e facesse un freddo cane. Fa un caldo boia invece, solo che mi sento sola e persa, come se tornare a casa fosse una sconfitta. GIU'


Sigaretta1, sigaretta2, sigaretta 3 .... chi non scappa resta a me!


Però forse é proprio questo il messaggio.


Tutto ciò che é nato a primavera si consoliderà in autunno, ricordi?


Non é quello, non é lui, non é il momento. E' nella relazione che troverai la tua strada per arrivare pronta e in tempo quando Plutone e Saturno si affronteranno, ricordi? SU


Sveglia alle 6: sigaretta1, sigaretta2, sigaretta3....donne che corrono coi lupi.


shhhhhhh piccola, shhhhhhhhh non fare così mi sono cullata a tratti e a lungo, baciandomi la spalla. Consolati, cullati, prenditi cura di te GIU'


Cos'é questa malinconia che mi fa gonfiare il cuore?


 


 

lunedì 20 luglio 2009

QUESTIONI DI TESTA

Io esisto


Io sono


Io posso


Io amo


Forza e Sentimento, binomio inscindibile per la piena realizzazione: Il guerriero!!! Verde e Oro!!!


E Io penso, quanto penso...


Invece é incredibile quanta meraviglia possa venir fuori dal fare. Certo, non é un procedere a tentoni(anche se si lavora un pò al buio, da dentro, eppure non é alla cieca, si lavora sfruttando sensi ed abilità diverse). Un lungo cammino ti ha portato fin lì. Come ci sei arrivata -sospinta dal fato? Attratta dalla necessità?-al cospetto di te stessa?


Il viaggio non finisce, il lavoro é ancora lungo, ancora abbiamo troppe cose da sistemare e ancora tutto da dirci...

mercoledì 1 luglio 2009

ORDINE E DISORDINE

Un cambio di programma, una serata saltata, tempo per fare cose anche se non l'ho chiesto e sinceramente non l'avrei voluto. Non l'ho accettato come un dono, anzi, l'ho preso proprio come un dono negato...una scatolina che si intravede tra le dita dischiuse, un palmo che sollevandosi fino all'altezza del tuo naso si apre, la scatolina che per un attimo appare in tutto il suo splendore, la tua bocca che si schiude in un ohhhhhhhhhhh di stupore e....SIM SALA BIM...no scatolina, no mano, no mago!


Svuoto armadietti, butto via cibo, butto via cose, e mentre le butto penso già a cosa butterò dopo perché adesso mi sto accupando di questo armadietto qui ma cosa c'é in quello lì (si proprio quello, quello che sto guardando in cagnesco) lo so già!,  butto riviste, carta, carta, carta, montagne di carta!


Spazio, ho bisogno di spazio!


Aria, ho bisogno di cose pulite!


..........Non é  un buon segno.....

venerdì 26 giugno 2009

TEMPORALE

Ieri sera ho avuto paura!


Ho cercato di misurare le distanze, mi sono allungata ad accarezzare un ricordo di un contatto, sono stata tra i mondi a cercare la felicità, ho viaggiato non in lungo e in largo ma procedendo a spirale giù giù fino in fondo a me stessa.


Durante il mio viaggio ho incontrato dee benevole e meravigliose, altre iraconde e vendicative, assetate d'amore di sangue e di morte;


ho incontrato mostri urlanti e sirene ammaliatrici,


mi sono schiantata contro pareti di gomma che mi hanno respinta e rimbalzata,


mi sono abbandonata ad acque vorticose per sperimentare la fiducia.


Fiduciosa ho intravisto la fine di questo viaggio, e mi ci sono avviata baldanzosa ed entusiasta.


E invece chi ti incontro sul sentiero? La paura!


Paura che sia finita, paura che sia tutto perso, che non ne valga più la pena, che si possa fare meglio senza.


Ho cercato le lacrime -di solito le ho sempre lì, in tasca- ma non ne sono uscite, solo la faccia mi si é contorta in una smorfia e dalla mia gola é uscito qualche rantolo.


Ho resistito alla tentazione di cercare conferme, grazie alla Dea mi sono fermata!


Mi sono sdraiata al buio ed ho sentito un rombo lontano e poi ancora, e ancora, sempre più vicino.


Ho chiuso gli occhi ed ho visto nuvole nere che si avvicinavano quasi rotolando, inesorabili, ruggendo sempre pi ù forte fino a quando non sono arrivate fino a me.


UN LAMPO!


E poi acqua, tanta acqua, scrosciante, pesante, quasi densa l'ho vista bagnarmi, inzupparmi fino in fondo all'anima per lavare la paura e le offese!


 


 

lunedì 15 giugno 2009

UN PO' PIU' IN LA'

Si può diluire il distacco! allora....stasera ci vediamo a cena


In un'altra casa, in un altro paese: una cena é una cena!


Mi riempio gli occhi e la bocca di cose belle, buone, sfiziose e sorrisi ma dal fondo della lingua salgono, subdole e  invadenti, anche la malinconia e la preoccupazione. Hanno un retrogusto amaro, non mi piace, mi impastano la bocca e non basta la birra a sciacquare. I baci no, i baci mi sa che ce la fanno.


Spenta la luce hanno vita facile le due! Certo che quanta paura ho preso...ma non potevo mostrarla, l'ho tenuta per me, e anche adesso non voglio darle più spazio di quello che merita: quell'angolino buio lì in fondo.


Mi aggrappo alle sensazioni più belle


Mi aggrappo alle spalle


Respiro profondamente


Mi riempio le braccia e le narici


Ad ogni respiro vado più a fondo


Ad ogni respiro soffio più lontano quello che non voglio mi si attacchi addosso


......


MA CHE CALDO CHE FAI


Ognuno a modo suo cerca l'aria