sabato 28 febbraio 2015

COME DIREBBE MIA NONNA

FEBBRAIO?!?  Curtu e malicavatu!!!

Ho resistito con tutte le mie forze, ho fatto appello all'empatia, all'amore e lì dove non bastasse anche al senso del dovere, ho schierato tutte le mi difese, ho stivato i viveri, ho affilato le armi.

Non c'è stato niente da fare.

Sono miseramente caduta, ho capitolato sotto gli attacchi ( e non vi dico che attacchi!!!) dell'influenza.
Si è insinuata strisciando, la zoccola, ha eroso piano piano tutte le mie risorse e poi BBBBUUUMMMM
è esplosa in tutta la sua potenza devastatrice.

Ci ho messo una settimana prima di potermi alzare dal letto.
Una settimana prima di poter fare il mio primo pranzo...riso in bianco e uovo alla coque.

Sono esausta.

E comunque, visti gli effetti, più ci penso e più mi sembra realistico...
mi sa che le mie nipoti le addestra l'isis.




mercoledì 21 gennaio 2015

SENTI UN CONSIGLIO #1

tra un involtino primavera ed una nuvola di gamberi

"Cincia, perché non mandi il curriculum per andare a progettare i divanetti dell'IKEA?"

Perché non mi consigli di andare a dar via il culo?  Quello, almeno, ce l'ho!

mercoledì 17 dicembre 2014

CHIEDI ALLA POLVERE


se ci riesci, e senti che ti dice.

Vedi se c'è traccia, se qualcosa è rimasto, di questi 14 anni.

Forse solo nei segni lasciati dalle cose,
o dalla polvere che si è sedimentata intorno.

Ho tolto tutto (dalla scrivania)*, ho buttato tutto.
Solo la polvere c'è rimasta. Forse. 
E comunque ancora per poco.

14anni. puffffffff




*avevo omesso questo piccolo dettagliuzzo...
sono stati giorni pesi. per quanto sia stata una scelta, 
dura da maturare, ma pur sempre una scelta, è stato tutto così totalizzante 
da farmi perdere di vista il fatto che potesse esserci anche dell'altro.

giovedì 4 dicembre 2014

TENERE LONTANO DALLA PORTATA DEI BAMBINI

S'è rotto il forno.
Cerca il forno, guarda il forno, ma forse che si, ma forse che no, ma si ci penso e poi eventualmente ripasso.

E poi succede, perché è così: quando l'amore arriva arriva.
E proprio come accade in amore c'è qualcosa che ci aggancia lo sguardo,
che calamita l'attenzione, che ci accalappia e ci fa battere il cuore;
tutto il resto, importante/non importante poco importa, si sfoca sullo sfondo,
dalle brume si staglia il dettaglio amato, la sorgente di ogni gaudio:
il girarrosto.

Ero piccina e quando la mia mamma non ce la faceva più a reggermi,
o semplicemente aveva da fare ed in qualche modo doveva pur disinnescarmi,
mi preparava il pollo allo spiedo.
LA GIOIA!
A quel punto prendevo la mia poltroncina (in paglia di vienna, con braccioli), mi sedevo davanti al forno
e non mi muovevo da lì fino a quando non era pronto.
IL POTERE DELL'IPNOSI!

Ed è così che quando, taglierino alla mano, mi sono avventata sulla fascetta strozzacavo che saldamente legava il mio girarrosto alla griglia (mia anche quella, giuro l'ho pagata, ma bisogna essere onesti e dare alle cose il loro nome: non è amore)
praticamente avevo tre anni!

*Il seguito è destinato ad un pubblico adulto e non impressionabile
(ammesso e non concesso che qualcuno abbia conservato interesse leggendo queste due forchettatine di cazzi miei)

Ed a tre anni è facile che ti scappi il taglierino e che violentemente ti affetti il dito e che tu te ne accorga solo perché lo senti rimbalzare sull'osso.
Sangue ovunque, manco stessi sgozzando un pollo!




martedì 2 dicembre 2014

MANNAGGIA LI PESCETTI

ho passato dieci minuti dieci a dare da mangiare ai pescetti virtuali
che amenamente sguazzano in fondo alla mia home page.

sono fighissimi.

tanto basta a dire quanto sono messa male!

giovedì 27 novembre 2014

BRUCERO' DI NOIA

Mi sveglio sempre porconando.
Esco di casa canticchiando.
Metto in moto che già canto.
(imbarazzante, sorvolate!)
Parcheggio e ammutolisco.
China in avanti come se andassi perennemente controvento guadagno l'ingresso del palazzo.
Salgo le scale come si sale al patibolo.
Più salgo  più aumenta il frastuono del traffico, gente che si scapicolla per andare a prendere l'autostrada.
Ed io mi chiedo "perché?"Perché io, perché loro, insomma perché???

Se tutto va bene le luci sono spente. Sono da sola.
Mi metto comoda, mi faccio un caffé e ricomincio a cantare.
(è comunque sempre imbarazzante. continuate a sorvolare!)

Se bene non va la luce è accesa. Lui  c'è ed è seduto alla sua scrivania che guarda il muro.
Come un tafano.
Mi metto comoda, mi faccio un caffè e mi metto le cuffie.
Onestamente? Non ce la faccio ad ascolare musica in cuffia per 6 ore quindi Si, a volte fingo.

Ma questa volta no. Questa volta Stromae a palla e via.
Mi è sembrato di sentire qualcosa. Ho sporto il capino dal monitor e si, ce l'aveva con me.

Allarme antincendio del palazzo. A palla. Bisogna evacuare gli uffici.

Ho fatto fagotto e sono andata.
Sono uscita seria.  Ma più scendevo le scale più ridevo come una cretina.
Pensando a me. A Stromae. Alla fine del rattino che avrei potuto fare.
(comunque nemmeno una scintillina, tranquilli. niente cincia al cartoccio questa sera!)
A lui che non ha abbandonato la bagnarola.
Alla bagnarola che comunque è affondata.
Un altro mese di galleggiamento poi pluffff, più!




lunedì 17 novembre 2014

NON C'E' PIU' NIENTE DI ROMANTICO

nella pioggia che cade, niente.
Non c'è piumone che tenga, non c'è tisana, cioccolata calda, cognac.C'è solo freddo, paura, senso di impotenza e puzza. Tanta puzza.

E rabbia, tanta rabbia.

In un paese civile, con il lavoro che faccio/che dovrei fare...diciamo che ho fatto sino ad ora adesso e andiamo avanti che è meglio.

Dicevamo?!?
In un paese civile, al 99% in dissesto idrogeologico, io dovrei lavorare giorno e notte.
Se fossimo davvero un paese civile non ci troveremmo nella situazione drammatica in cui siamo, ça va sans dire. Ma oggi rimpiango il mio mondo fatato in cui le cose si possono fare e disfare,
possono seguire fili non proprio logici purché il salto sia giustificato dalla soddisfazione che dà il risultato finale!

Dicevamo?!?
In questo paese incivile si ripristina. Si ripristina, se e  quando si ripristina.
(vi risparmio il trattatello di microeconomia della distruzione e dell'affamanento ché tanto ne so poco; ne so quel tanto quanto basta per capire in che modo ed in che termini svolta bruscamente la mia storia, non un porcaputtana di più.)

Comunque non era questo che vi volevo dire.
Le cose a cui pensavo quando ho iniziato a scrivere erano il freddo, la paura, il senso di impotenza e la puzza. Tanta puzza.

Il tempo di uscire, mangiare una pizza e rientrare da pranzo e c'era acqua ovunque.
Non le pozzanghere, no, quelle c'erano anche prima.
Acqua  di quella che al momento non ci fai caso perché è semplicemente ovunque,
acqua che avanza e fa le ondine manco fossimo a Mont Saint-Michel.
Che facciamo andiamo? Ma no dai, restiamo.
E restiamo.
Restiamo fino a quando dalle finestre, proprio dove i battenti si sovrappongono, non vediamo rivoli d'acqua scorrere.
Ok, questa è proprio l'ora di andare.

15cm di acqua in cortile, e poi sono 30 se perdi il marciapiede e "scendi in strada", e poi sono più di 50 se ti trovi a passare davanti a un garage o nel bel mezzo dell'incrocio.
Acqua, ovunque, fredda, grigia e puzzolente che adesso si è messa pure a correre.

Noi no, noi è meglio se andiamo piano piano ché se cadiamo non ci trovano più.
In mezzo all'incrocio la macchina vuota dei vigili a sbarrare la strada, i taxi manco a pagarli oro,  io e 'sta povera ragazzina siciliana che non era mai stata a Milano prima (che tempismo, ragazza! i miei complimenti!).

E mi è scappato da ridere, forte.
Mi sono detta se pure mi metto pure a piangere aggiungo solo acqua all'acqua.
Ed ho riso più forte.


venerdì 14 novembre 2014

MEMENTO 49

je ne dis pas ce que je pense
mais je pense ce que je dis

[C'est à lui]

domenica 2 novembre 2014

CULTURA E S-CULTURA

Se te lo dico è perché ti voglio bene. Milano mia, così non va.

Niente di nuovo. 
Niente che possa innescare una miccia, infiammare i cuori, accendere una discussione.

Tutto calmo. Tutto tranquillo. 

Minestrine riscaldate per palati ben addomesticati.
Passatine di cultura per le dentiere delle signore col giro di perle.

AriChagall-AriKlimt-AriVanGogh-Aridajecogl'impressionisti!

Gia-co-met-ti.
Ti dice niente?
Non che sia proprio un'avanguardia, avrebbe spento quest'anno 113 candeline (gran bei polmoni gli scultori!), però è un grande.
Ed io lo amo appassionatamente.

E proprio perché lo amo questa non te la perdono.

Tre sale al GAM, allestite come l'esposizione delle bomboniere nella vetrinetta della nonna.
Mancano solo i centrini a crochet appuntati con gli spilli.
Peccato non averci pensato, in questo ti saresti superato caro il mio allestitore.

Cultura...S-cultura...Adesso t'ho capito!





domenica 28 settembre 2014

IO AMO QUESTA DONNA #1


Lo spettacolo era iniziato da poco, in modo imprevisto, a luci ancora accese, mentre ancora si stavano abbassando le tapparelle. 
Mi piace il ronzio elettrico di quelle tapparelle. Me ne stupisco ogni volta che vado a teatro "presto". Ed ogni volta sono contenta di questo annuncio fuori dalle righe eppure, ormai, familiare.
Non l'ho vista, lo giuro. Ho solo sentito che qualcuno c'era, alla mia destra.
Emma. Come materializzata, appoggiata allo stipite della porta.
Si, materializzata. Perché lei è densa; picché essa "s'o futt'o chiummu!"

E da lì è discesa per poi salire sulla scena come sulla montagna.
Tre gradini che separano l'oggi dall'eterno, il quotidiano dall'extraquotidiano, il dentro e il fuori, il reale dal sogno ad occhi aperti.


No, non è per misantropia né superbia, è proprio che io certi viaggi, a teatro, certi incontri, voglio farli da sola. Mi sento più libera, di perdermi,  di ritrovarmi, di emozionarmi. 
Se ho invitato qualcuno mi sento in dovere di esserci, almeno un po', almeno ogni tanto e invece non mi va.
Almeno non sempre e comunque non in questo caso.
E se mi invitano è peggio, mi sento in dovere di esserci, almeno un po', almeno ogni tanto e invece non mi va.
Ed è per questo che gli ho detto una bugia.
Nessuno, Lui,  ne ha dette a bizzeffe: ha lastricato la sua vita di "astuzie" e per queste è passato alla storia mo proprio a me non volete concedere nemmeno il beneficio della legittima difesa?

Come glielo spieghi che da quando entri in quella sala non sei più la stessa?
Come glielo spieghi che avresti voluto alzarti per toccare il profilo di Polifemo che, fermo sulla scena, sembra proprio scolpito nel basalto?
Come glielo spieghi che ti commuovi fino alle lacrime davanti a Penelope ed alla sua tela, ma che più di tutto ti commuove lo stesso farsi della tela?

Finito tutto, ma tutto, finiti gli applausi, tutti!, vado via con calma, quasi dondolando, mantenendomi a distanza di sicurezza dalla gente.
Avrei potuto chiedere a Odisseo se, per caso, gli era avanzata un po' della cera che si era fatta colare nelle orecchie per non sentire il canto delle sirene.
Io, quando esco dal teatro, non amo sentire parlare.

"allora? ti è piaciuto?"
la stessa stupida volgarità di chi lo chiede dopo aver scopato!